Roma – Sia l’età che il sesso hanno dimostrato di influenzare una forma ereditaria della malattia di Parkinson nei topi, rivelando un meccanismo specifico delle cellule immunitarie femminili che potrebbe predisporre gli individui di sesso femminile al disturbo più avanti nella vita. Lo rivela uno studio preclinico guidato da Malu Tansey, dell’Università della Florida, riportato su Science Translational Medicine. Lo studio mostra che le giovani femmine di roditori con mutazioni legate alla malattia di Parkinson ereditaria hanno mostrato segni di un sistema immunitario iperattivo che si è esaurito più avanti nella vita. Sebbene molti casi di Parkinson non abbiano una causa nota, alcuni pazienti hanno una forma genetica del disturbo. I fattori che contribuiscono includono mutazioni nel gene LRRK2, che normalmente modella la segnalazione delle cellule immunitarie nella periferia. Inoltre, un crescente corpo di prove mostra che l’infiammazione e le interruzioni nelle cellule immunitarie potrebbero essere i motori della malattia di Parkinson. Ciò ha portato alcuni scienziati a sospettare che l’invecchiamento del sistema immunitario possa in parte spiegare perché l’età sia un fattore di rischio così grande per il Parkinson. Cercando approfondimenti, gli scienziati hanno analizzato le cellule immunitarie nei topi portatori di R1441C, la seconda mutazione più comune legata alla malattia in LRRK2. La squadra di ricerca ha trovato un chiaro schema nei topi femmina: durante la giovinezza, le cellule immunitarie dei roditori erano insolitamente attive nel combattere i patogeni e nel secernere citochine, sono molecole proteiche che svolgono un ruolo importante per la difesa immunitaria. Tuttavia, con l’invecchiamento dei topi, le cellule si esaurivano e non erano in grado di rispondere correttamente all’infiammazione o di neutralizzare i patogeni. In particolare, i ricercatori non hanno osservato lo stesso schema nei topi maschi. Infine, gli autori hanno condotto scoperte simili quando hanno esaminato le cellule mieloidi periferiche di pazienti con R1441C o un’altra mutazione in LRRK2, legata al Parkinson familiare. “I nostri risultati secondo cui le mutazioni LRRK2 conferiscono un vantaggio immunologico in giovane età ma potrebbero predisporre il portatore all’esaurimento delle cellule immunitarie acquisito con l’età hanno implicazioni per lo sviluppo terapeutico degli inibitori di LRRK2”, hanno concluso gli autori. (30Science.com)