Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Fibre tappeti bloccano le crepe nel cemento e lo rendono più green

(13 Novembre 2024)

Roma – Le fibre di scarto dei tappeti sono in grado di rendere il cemento più resistente e “anti-crepa”, aumentando al contempo la sostenibilità ambientale. E’ quanto emerge da uno studio guidato dalla RMIT University, Australia e pubblicato su Construction and Building Materials. Il ricercatore principale Chamila Gunasekara della RMIT University, ha affermato che il team ha sviluppato una tecnica che utilizza fibre di scarto di tappeti per ridurre fino al 30 per cento le crepe dovute al ritiro precoce del calcestruzzo, migliorandone al contempo la durabilità. Questa ricerca affronta una sfida importante nel settore delle costruzioni, poiché il costo annuale di riparazione delle crepe nelle strutture in cemento armato nella sola Australia è di circa 8 miliardi di dollari australiani (circa 5 miliardi di euro). Grazie alle strutture di ricerca tessile all’avanguardia del RMIT, il team di ingegneri civili e ricercatori tessili è stato in grado di utilizzare anche altri tessuti di scarto, tra cui tessuti per abbigliamento, per rendere il calcestruzzo più resistente. “Le crepe nel calcestruzzo rappresentano una sfida di lunga data nei progetti di costruzione e possono causare danni prematuri, non solo rovinando l’aspetto dell’edificio, ma mettendone anche a rischio l’integrità strutturale e la sicurezza”, ha affermato Gunasekara. “Le fibre di scarto dei tappeti possono essere utilizzate per aumentare la resistenza del calcestruzzo in tensione del 40 per cento e prevenire la formazione di crepe precoci, riducendo sostanzialmente il ritiro.” Sono stati creati campioni di calcestruzzo da laboratorio utilizzando vari materiali tessili e si è dimostrato che soddisfano gli standard australiani in materia di prestazioni ingegneristiche e requisiti ambientali. Lo smaltimento di tappeti e altri prodotti tessili rappresenta un’enorme sfida ambientale, ha affermato Gunasekara. “L’Australia è il secondo consumatore di tessuti pro capite al mondo, dopo gli Stati Uniti. L’australiano medio acquista 27 chili di nuovi vestiti e tessuti ogni anno e ne getta 23 in discarica”, ha affermato. “La combustione di questi rifiuti rilascia vari gas tossici, creando problemi ambientali.” (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla