Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Trovati preoccupanti livelli di PFAS nei pesci

(18 Ottobre 2024)

Roma – I pesci possono accumulare alti livelli di sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche (PFAS), anche lontano dalle fonti di contaminazione, secondo un nuovo studio condotto dai ricercatori della Harvard John A. Paulson School of Engineering and Applied Sciences (SEAS). Lo studio è stato pubblicato su Environmental Science & Technology. La ricerca evidenzia la necessità di un monitoraggio esteso nei bacini idrografici interessati da grandi fonti di PFAS. “Questo studio sottolinea l’urgente necessità di un monitoraggio più completo dei PFAS negli ecosistemi acquatici, in particolare nelle regioni in cui la pesca in acqua dolce è un’importante fonte di cibo per i pescatori ricreativi e di sussistenza”, ha affermato Elsie Sunderland, autrice principale dello studio. “I rischi per la salute pubblica posti dai PFAS si estendono oltre i siti di contaminazione immediata e possono colpire le comunità che vivono lontano da fonti note. Per proteggere queste comunità, è fondamentale misurare i PFAS nei pesci in siti collegati idrologicamente a fonti di contaminazione note e sviluppare avvisi di consumo”. Il team di ricercatori ha esaminato specie di pesci e molluschi raccolti da stagni, fiumi e baie di Cape Cod, nel Massachusetts, situati a valle di una base militare che storicamente utilizzava schiume antincendio contenenti PFAS, note come AFFF (aqueous film forming foams, schiume filmogene acquose). “Negli Stati Uniti, centinaia o migliaia di basi militari e aeroporti hanno ampiamente utilizzato AFFF per scopi antincendio e di addestramento antincendio, lasciando un’eredità di contaminazione in molti bacini idrografici”, ha affermato Heidi Pickard prima autrice del documento “Mentre la contaminazione da PFAS nelle acque superficiali e sotterranee vicino a questi siti è ben documentata, si sa meno dei suoi effetti sugli ecosistemi a valle critici per la pesca ricreativa e di sussistenza”. I risultati sono stati sorprendenti: le concentrazioni di PFAS nei tessuti dei pesci sono rimaste allarmantemente elevate, anche fino a 8 chilometri dalla base militare. Nonostante un certo calo della concentrazione con la distanza, i campioni di filetti di pesce hanno costantemente superato le linee guida statali per un consumo sicuro di pesce basate solo sui livelli di PFOS, senza tenere conto di altri PFAS identificati nei campioni. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla