Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Si possono salvare le barriere coralline puntando sui diritti umani

(2 Ottobre 2024)

Roma – Un nuovo studio suggerisce che un approccio alla protezione delle barriere coralline basato sui diritti umani potrebbe garantire che i governi siano tenuti a rispondere della salvaguardia degli ecosistemi marini e dare alle comunità locali e indigene gli strumenti per richiedere soluzioni sostenibili e giustizia climatica. La ricerca guidata dall’ Università di Tecnologia di Sydney (UTS), è stata pubblicata su Global Change Biology. L’autrice principale, la dottoressa Emma Camp dell’Università di Tecnologia di Sydney (UTS), ha affermato che la finestra di opportunità per conservare le barriere coralline si sta rapidamente chiudendo e, nonostante le numerose misure di protezione, le barriere coralline di tutto il mondo continuano a degradarsi. “Il 2024 segna il quarto evento globale di sbiancamento dei coralli, che avrà un impatto su oltre il 50 per cento delle barriere coralline del mondo, oltre ad altri fattori di stress come l’inquinamento. Questo è un promemoria urgente che la perdita degli ecosistemi corallini ha un impatto negativo sia sugli esseri umani che sui non umani”, ha affermato il dott. Camp. “L’implementazione della conservazione delle barriere coralline attraverso un approccio basato sui diritti umani fornirà un percorso pratico verso una trasformazione tanto necessaria della governance locale, nazionale e internazionale, evidenziando al contempo il lato umano della perdita di coralli”, ha affermato. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla