Gianmarco Pondrano d'Altavilla

PFAS trovati in acque in bottiglia e da rubinetto in diversi Paesi

(18 Ottobre 2024)

Roma –  Scoperta la presenza di sostanze chimiche tossiche “eterne” in campioni di acqua potabile provenienti da molti Paesi. E’ quanto emerge da uno studio condotto dall’Università di Birmingham, dalla Southern University of Science and Technology di Shenzhen e dall’Università di Hainan di Haikou, e pubblicato su ACS ES&T Water. I ricercatori hanno trovato 10 PFAS (sostanze perfluoroalchiliche) nell’acqua del rubinetto e in quella in bottiglia disponibile per il consumo nelle principali città del Regno Unito e della Cina. L’acido perfluoroottanoico (PFOA) e il perfluoroottano sulfonato (PFOS) sono stati rilevati in oltre il 99 per cento dei campioni di acqua in bottiglia provenienti da 15 paesi in tutto il mondo. Sono state osservate differenze significative nelle concentrazioni di PFAS tra i campioni di acqua del rubinetto di Birmingham, Regno Unito, e di Shenzhen, Cina; l’acqua del rubinetto cinese presentava concentrazioni di PFAS più elevate rispetto all’acqua del rubinetto del Regno Unito. Lo studio dimostra che misure quali l’ebollizione e/o la filtrazione con carbone attivo, in genere utilizzando un filtro per l’acqua a “brocca”, possono ridurre sostanzialmente le concentrazioni di PFAS nell’acqua potabile, con tassi di rimozione che vanno dal 50 per cento al 90 per cento a seconda del PFAS e del tipo di trattamento. “Sebbene gli attuali livelli di PFAS nella maggior parte dei campioni d’acqua non rappresentino un problema sanitario importante, il monitoraggio e la regolamentazione continui sono essenziali per proteggere la salute pubblica. Forniamo dati preziosi sulla presenza di PFAS nell’acqua potabile insieme a soluzioni pratiche per mitigare l’esposizione dei consumatori tramite l’acqua potabile. Questo è un passo significativo verso la garanzia di acqua potabile più sicura per le comunità di tutto il mondo” spiegano i ricercatori. L’acqua in bottiglia proveniente da vari Paesi presentava livelli variabili di PFAS: l’acqua minerale naturale conteneva concentrazioni più elevate rispetto all’acqua purificata, ma le concentrazioni erano generalmente inferiori ai livelli stabiliti dalle agenzie di regolamentazione. Il coautore, il professor Yi Zheng, della Southern University of Science and Technology, ha commentato: “Una maggiore consapevolezza sulla presenza di PFAS sia nell’acqua del rubinetto che in quella in bottiglia può portare i consumatori a scelte più consapevoli, incoraggiando l’uso di metodi di purificazione dell’acqua. I nostri risultati suggeriscono inoltre che i potenziali rischi per la salute dei PFAS presenti nell’acqua potabile potrebbero essere influenzati dallo stile di vita e dalle condizioni economiche, evidenziando la necessità di future ricerche per esplorare ulteriormente questi fattori da una prospettiva socio-economica”. Ad eccezione dei confronti tra acqua minerale naturale e acqua purificata, i ricercatori non hanno osservato differenze significative nelle concentrazioni target di PFAS tra acqua in bottiglia di vetro e di plastica o tra acqua naturale e frizzante. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla