Roma – Un mercato di crediti per la biodiversità (BCM) in grado di salvaguardare effettivamente la pluralità ambientale in tempi di inquinamento e cambiamento climatico. E’ l’obiettivo di un nuovo studio di T. Mitchell Aide , un ricercatore associato presso lo Smithsonian’s National Zoo and Conservation Biology Institute (NZCBI), pubblicato su npj Biodiversity. L’autore ha indagato le criticità di un futuro sistema di BCM, anche sulla base di quanto appreso in relazione al mercato dei crediti per emissioni di carbonio, e a fornito alcune indicazioni per strutturare un mercato della biodiversità efficace ed efficiente. Il primo problema da affrontare a suo dire è una corretta analisi della situazione ambientale di partenza sulla quale poi possono andare a influenzare i progetti green che verrebbero finanziati con i crediti. Sfortunatamente, sostiene Aide, molti progetti di crediti di carbonio hanno manipolato le linee di base per esagerare il loro impatto. Ad esempio, i progetti spesso prevedono tassi di deforestazione futuri eccessivi per amplificare i loro risultati, portando a una sovra-allocazione di crediti di carbonio. Questo stesso rischio esiste nello spazio della biodiversità, dove definire le linee di base è ancora più complesso a causa della grande varietà di forme di vita ed ecosistemi. Aide suggerisce la seguente soluzione: i progetti BCM dovrebbero prevedere forme di monitoraggio continuo dei siti di impatto per stabilire un punto di partenza dinamico e realistico. Ciò consentirà ai progetti di tenere conto delle fluttuazioni naturali della biodiversità causate da fattori come la variabilità climatica, assicurando che i crediti vengano assegnati solo per veri guadagni in biodiversità. Secondo Aide, una sfida critica nei mercati del carbonio e della biodiversità è la convalida. In teoria, una terza parte indipendente dovrebbe verificare le dichiarazioni di progetto per evitare risultati gonfiati. Tuttavia, in pratica, la verifica è stata spesso compromessa, con gli sviluppatori di progetti che selezionano i propri verificatori, portando a conflitti di interesse. Per evitare ciò, Aide sostiene che il BCM debba istituire comitati di verifica regionali o nazionali indipendenti. Questi comitati non solo esaminerebbero i dati di monitoraggio, ma supervisionerebbero anche l’approvazione e la certificazione dei progetti. Idealmente, i dati dei progetti BCM sarebbero disponibili al pubblico tramite piattaforme trasparenti come la blockchain, garantendo che tutti gli stakeholder possano verificare l’autenticità delle dichiarazioni sulla biodiversità. Una delle principali preoccupazioni, poi, per il successo a lungo termine del BCM è la permanenza. I guadagni di biodiversità devono essere sostenibili. I progetti dovrebbero impegnarsi a conservare habitat e specie per almeno 30-50 anni. Questo livello di impegno è fondamentale per garantire che i benefici della biodiversità durino e non siano semplicemente vittorie a breve termine.(30Science.com)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla
Per salvare la biodiversità, necessario un nuovo sistema di crediti
(15 Ottobre 2024)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla