Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Inquinamento PFAS danneggia microbioma intestinale

(18 Ottobre 2024)

Roma – La correlazione tra sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche, o PFAS, e danni renali potrebbe essere legata alla disregolazione del microbioma intestinale. E’ quanto emerge da uno studio guidato dall’Università della California meridionale (USC) pubblicato su Science of the Total Environment. “Quasi tutti hanno PFAS nel sangue e queste sostanze chimiche sono associate a una serie di effetti negativi sulla salute. Ma non abbiamo alcun intervento noto per ridurre i PFAS nel corpo, quindi non possiamo effettivamente fornire raccomandazioni per aiutare”, ha affermato Hailey Hampson, PhD, ricercatrice post-dottorato in scienze della popolazione e della salute pubblica presso la Keck School of Medicine della USC, che è l’autrice principale del nuovo studio. I risultati della ricerca, finanziata in parte dai National Institutes of Health, stanno iniziando a collegare i puntini tra quel problema e le possibili soluzioni. Basandosi su studi passati che collegano il danno renale sia ai PFAS che ai problemi intestinali, il team di ricerca ha analizzato i tre fattori insieme per la prima volta. Hanno scoperto che una maggiore esposizione ai PFAS era associata a una funzionalità renale peggiore quattro anni dopo e che i cambiamenti nel microbioma intestinale e nei metaboliti correlati spiegavano fino al 50 per cento di quella diminuzione di funzionalità. I ricercatori hanno analizzato i dati di 78 partecipanti, di età compresa tra 17 e 22 anni, iscritti al Southern California Children’s Health Study, uno sforzo su larga scala per comprendere gli effetti dell’inquinamento sulla salute. Il 56 percento del campione era ispanico, un gruppo che affronta un rischio sproporzionato di malattia renale cronica. All’inizio, i ricercatori hanno raccolto campioni di sangue e feci che hanno permesso loro di misurare l’esposizione al PFAS, i batteri del microbioma intestinale e i metaboliti circolanti (questi metaboliti, molti dei quali sono prodotti dal microbioma intestinale, sono presenti nel sangue). A un appuntamento di controllo quattro anni dopo, i ricercatori hanno raccolto un secondo ciclo di dati sulla funzionalità renale. Hanno scoperto che quando l’esposizione a PFAS aumentava di una deviazione standard, la funzionalità renale era peggiore del 2,4 per cento alla visita di follow-up. I ricercatori hanno quindi eseguito un’analisi statistica per determinare se un terzo fattore, batteri intestinali e metaboliti correlati, contribuisse a tale associazione. L’analisi ha rivelato due gruppi separati di batteri e metaboliti che hanno contribuito a spiegare l’effetto dell’esposizione a PFAS sulla funzionalità renale. Un gruppo ha spiegato il 38 per cento del cambiamento nella funzionalità renale e un gruppo ha spiegato il 50 per cento del cambiamento. Entrambi i gruppi di batteri e metaboliti svolgono attività benefiche, come la riduzione dell’infiammazione nel corpo, che sono state ostacolate quando l’esposizione a PFAS è aumentata. (30Science.com)

 

Gianmarco Pondrano d'Altavilla