Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Connettività degli oceani aumenta pesci della barriera corallina

(18 Ottobre 2024)

Roma –  La connettività oceanografica (il movimento e lo scambio di acqua tra diverse parti dell’oceano) è un fattore chiave per l’abbondanza di pesci nell’Oceano Indiano Occidentale (WIO). La connettività ha un impatto in particolare sui gruppi di pesci erbivori della barriera corallina. E’ quanto emerge da una ricerca condotta dall’Università di Oxford e pubblicata sull’ICES Journal of Marine Sciences. Lo studio ha anche rivelato che, oltre alla connettività oceanografica, la temperatura della superficie del mare e i livelli di clorofilla (il pigmento verde nelle piante che guida la fotosintesi) predicono fortemente la distribuzione e l’abbondanza dei pesci di barriera nel WIO. Proteggere le barriere coralline è essenziale in quest’area, in particolare per le comunità locali in rapida crescita, che dipendono fortemente dalle barriere coralline e sono vulnerabili agli impatti del cambiamento climatico. L’autrice principale Laura Warmuth del Dipartimento di Biologia, Università di Oxford ha affermato: “È stato sorprendente scoprire che i pesci erbivori, fondamentali per la resilienza della barriera corallina, siano stati particolarmente colpiti dalla connettività oceanica. Un’efficiente definizione delle priorità delle aree di conservazione dovrebbe includere la connettività per il processo decisionale in merito alla gestione delle aree marine protette oltre i confini nazionali. Ciò è particolarmente rilevante nella regione WIO, dove si prevede uno sbiancamento annuale sulla maggior parte delle barriere coralline entro la metà del secolo, anche in scenari ottimistici sui cambiamenti climatici”. I ricercatori hanno sviluppato una metrica di connettività oceanografica proporzionale per semplificare modelli oceanografici complessi, consentendo loro di incorporare questo elemento nei modelli ecologici. In genere, nei siti di barriera corallina studiati, livelli di connettività medi erano associati a maggiori abbondanze di pesci, piuttosto che a livelli elevati. Un’elevata connettività può aiutare con la dispersione delle larve, ma può avere effetti collaterali, come una maggiore esposizione alle onde o una maggiore dispersione di inquinanti o specie invasive. Lo studio ha rivelato che anche le temperature della superficie del mare e i livelli di clorofilla hanno una forte influenza sull’abbondanza delle specie ittiche a tutti i livelli della catena alimentare. L’ autore senior, il professor Mike Bonsall del Dipartimento di Biologia, Università di Oxford, ha aggiunto: “È davvero fondamentale che i decisori responsabili della pianificazione marina comprendano come i modelli oceanici e i fattori ambientali influenzano i pesci della barriera corallina lungo la catena alimentare. Il nostro lavoro sottolinea quanto sia cruciale questo collegamento tra correnti oceaniche ed ecologia ittica per comprendere l’impatto più ampio del cambiamento ambientale e delle normative sulla pesca sui sensibili sistemi ittici delle barriere coralline”. (30Science.com)

 

Gianmarco Pondrano d'Altavilla