Roma – I cicloni americani, che in media provocano da sette a 11 mila decessi indiretti per ogni episodio, sono stati responsabili di un numero totale di vittime che varia dal 3,2 al 5,1 per cento di tutti i decessi avvenuti sulla costa atlantica dal 1930 al 2015. Questo inquietante dato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Nature, condotto dagli scienziati dell’Università della California a Berkeley e della Stanford University. Il team, guidato da Rachel Young e Solomon Hsiang, ha valutato l’impatto sulla salute dei cicloni, quantificando il rischio di decessi indiretti che si verificano a seguito di questi fenomeni. Il gruppo di ricerca ha modellato l’effetto di 501 cicloni tropicali che hanno colpito gli Stati Uniti tra il 1930 e il 2015.
I risultati, commentano gli esperti, suggeriscono che l’aumento del tasso di mortalità associato ai cicloni potrebbe persistere per circa 15 anni a seguito del singolo episodio, per cui tali fenomeni potrebbero rappresentare un problema di salute pubblica molto più ampio rispetto a quanto precedentemente ipotizzato. I cicloni tropicali, spiegano gli autori, costituiscono una minaccia importante per le coste statunitensi, provocando danni a infrastrutture, sfollamenti, sconvolgimenti degli equilibri sociali e causando la morte di moltissime persone. Finora, la maggior parte delle analisi di questi eventi si è concentrata meramente sul numero di morti dirette. Tuttavia, gli autori hanno ipotizzato che la sola tabulazione di queste perdite potrebbe sminuire la vera impronta di un disastro naturale come un ciclone tropicale, che invece ha un effetto a catena sulle popolazioni colpite. Ad esempio, riportano gli autori, i cicloni potrebbero ridurre notevolmente le possibilità di accesso all’assistenza sanitaria, il che potrebbe risultare nella perdita di vite umane in modo indiretto. Le statistiche del governo federale riportano che in media si sono verificate 24 morti dirette a seguito di queste tempeste, ma tenendo conto degli effetti a cascata, i ricercatori hanno scoperto un totale di 7-11 mila morti indirette causate da cicloni tropicali. Queste vittime provenivano principalmente da una categoria generalizzata che comprendeva diabete, suicidio, sindrome della morte improvvisa del lattante e un’altra causa non classificata. Malattie cardiovascolari e cancro rappresentavano i successivi problemi più comuni. Gli autori hanno quindi individuato cinque fattori che potrebbero contribuire a spiegare questa associazione. Tra questi, gli esperti riportano la perturbazione economica legata alla perdita di posti di lavoro o ai posti necessari per le riparazioni dovute ai cicloni. Le risposte del governo a sostegno della ripresa potrebbero ridurre la spesa per le infrastrutture sanitarie. Nell’ambito dell’analisi, precisano gli esperti, è stata modellata solo la velocità del vento, mentre nei prossimi approfondimenti sarà interessante valutare il ruolo di caratteristiche come mareggiate, precipitazioni o inondazioni. Questo lavoro, concludono gli autori, offre una panoramica della vera portata delle esigenze sanitarie associate ai cicloni tropicali.(30Science.com)