Roma – L’assorbimento dei grassi nell’intestino tenue attraverso delle nanoparticelle potrebbe rappresentare un approccio innovativo ed efficace contro l’obesità. A suggerirlo uno studio, presentato durante la United European Gastroenterology (UEG) week, condotto dagli scienziati dello Shanghai East Hospital della Tongji University. Il team, guidato da Wentao Shao, ha sviluppato un sistema all’avanguardia, progettato per fornire le molecole terapeutiche direttamente al tratto digerente. I ricercatori si sono concentrati sull’enzima Sterol O-aciltransferasi 2 (SOAT2), che svolge un ruolo fondamentale nell’assorbimento dei grassi nell’intestino tenue. Gli studiosi hanno dimostrato che inibire questo enzima offre un approccio terapeutico promettente per ridurre l’assorbimento dei grassi e potenzialmente potrebbe prevenire l’obesità. Nonostante le vaste ricerche sul metabolismo dei lipidi, non è ancora chiaro quali inibitori siano particolarmente efficaci per limitare l’assorbimento intestinale degli acidi grassi. “La maggior parte delle strategie in corso di studi – commenta Shao – si concentra sulla riduzione dell’assunzione di grassi nell’alimentazione, mentre il nostro approccio mira direttamente al processo di assorbimento dei grassi da parte dell’organismo”. Il gruppo di ricerca ha sviluppato un innovativo sistema di somministrazione tramite nanoparticelle: piccole capsule realizzate con un nucleo polimerico e rivestite da un guscio protettivo. Questo sistema è stato progettato per trasportare in modo efficiente piccoli RNA interferenti (siRNA) nell’intestino tenue, dove possono ridurre l’espressione di SOAT2, inibendo l’assorbimento dei grassi. Gli autori hanno testato questo approccio su un modello murino. Stando a quanto emerge dalla sperimentazione, gli animali trattati erano associati a un assorbimento lipidico notevolmente ridotto, anche quando venivano nutriti con un’alimentazione ricca di grassi. “Questo trattamento orale offre diversi vantaggi – commenta Shao – non è invasivo, ha una bassa tossicità e ha un elevato potenziale per migliorare la compliance del paziente rispetto agli attuali trattamenti per l’obesità, che sono spesso invasivi o difficili da mantenere. Potrebbe pertanto rappresentare un’alternativa promettente”. “Uno degli aspetti più entusiasmanti di questa terapia – precisa Zhaoyan Jiang, supervisore dello studio – riguarda la sua capacità di colpire l’assorbimento dei grassi nell’intestino senza influenzare il fegato. Questo è importante perché studi precedenti hanno dimostrato che bloccare SOAT2 nel fegato può portare all’accumulo di grassi nell’organo. Nei prossimi step, effettueremo sperimentazioni su modelli animali di maggiori dimensioni per confermare l’efficacia e la sicurezza di questo trattamento, che potrebbe rappresentare una svolta nella gestione e nella prevenzione dell’obesità”. (30Science.com)
Valentina Di Paola
Nuova terapia antiobesità permette di assorbire i grassi con le nanoparticelle
(14 Ottobre 2024)
Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).