Roma – I benefici per la salute dentale derivanti dall’aggiunta di fluoro all’acqua potabile potrebbero essere inferiori ora rispetto a prima degli anni ’70, quando il dentifricio al fluoro è stato reso ampiamente disponibile. Questo curioso risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Cochrane Database of Systematic Reviews, condotto dagli scienziati dell’Università di Manchester, dell’Università di Dundee e dell’Università di Aberdeen. Il team, guidato da Anne-Marie Glenny, ha esaminato i dati relativi a 157 lavori precedenti che valutavano la salute dentale delle comunità in cui era stato aggiunto fluoro alle riserve idriche in relazione alle zone in cui non erano previste alterazioni dell’acqua. L’analisi rivela che i benefici della fluorizzazione sono diminuiti notevolmente dagli anni ’70, quando il dentifricio al fluoro è diventato più comune e facilmente reperibile. L’impatto di questa pratica nei paesi a basso reddito, precisano gli autori, è meno chiaro, a causa della carenza di dati disponibili. Il fluoro, utilizzato in molti dentifrici e prodotti commercializzati, è noto per ridurre il rischio di formazione di carie. In molti paesi è stata portata avanti una campagna di fluorizzazione dell’acqua potabile per migliorare la salute orale della popolazione. “La maggior parte degli studi sulla fluorizzazione dell’acqua risale a oltre 50 anni fa – osserva Glenny – le analisi contemporanee forniscono un quadro più pertinente di quali siano i benefici attuali”. Il corpus di prove raccolte dopo il 1975 includeva un totale di 2.908 bambini nel Regno Unito e in Australia, e sembra che la fluorizzazione abbia portato a una media di 0,24 denti da latte cariati in meno per ogni bambino. A titolo di confronto, spiegano gli esperti, prima del 1975, i dati relativi a 5.708 piccoli partecipanti rivela che lo stesso approccio riduceva il rischio di carie di 2,1 denti per ogni bambino. La revisione, precisano gli autori, è stata in grado di trarre conclusioni solo relativamente all’impatto dei denti decidui, dato che le analisi relative alla dentatura adulta non soddisfacevano i criteri posti dagli scienziati. “Le prove suggeriscono che la fluorizzazione dell’acqua potrebbe ridurre leggermente il rischio di formazione di carie nei bambini – aggiunge Lucy O’Malley, altra firma dell’articolo – il beneficio però risulta notevolmente ridotto rispetto a qualche decennio fa. È pertanto necessario riflettere sui costi, l’accettabilità, la fattibilità e il monitoraggio continuo di questo approccio”. “La fluorizzazione – conclude Janet Clarkson, dell’Università di Dundee – può portare a piccoli miglioramenti nella salute orale, ma non affronta i problemi di fondo come l’elevato consumo di zucchero e comportamenti inadeguati per la salute dei bambini. Sarebbe molto più efficace un approccio multiforme”. (30Science.com)
Valentina Di Paola
La fluorizzazione dell’acqua era più efficace in passato
(4 Ottobre 2024)
Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).