Valentina Di Paola

I medici dovrebbero combattere la disinformazione sul clima

(10 Ottobre 2024)

Roma – I professionisti del settore medico hanno la responsabilità di guidare la lotta contro la disinformazione sul clima. A sostenerlo uno studio, pubblicato sul British Medical Journal, condotto dagli scienziati della London School of Hygiene and Tropical Medicine. Il team, guidato da Andy Haines, ha evidenziato l’importanza di diffondere informazioni corrette relative ai rischi per la salute posti dal cambiamento climatico. La disinformazione, spiegano gli esperti, rappresenta un problema molto diffuso nella realtà odierna. La divulgazione di notizie false o errate durante la pandemia di Covid-19 ne è stata un esempio lampante, scrivono gli scienziati. Allo stesso modo, è facilissimo trovare informazioni incomplete, confondenti o sbagliate in relazione ai cambiamenti climatici, che spesso influenzano la percezione dell’opinione pubblica. L’Organizzazione Mondiale della Sanità descrive il cambiamento climatico come la minaccia più grande per la salute globale del XXI secolo, eppure poche persone sono davvero a conoscenza della reale estensione di questa problematica. “La disinformazione promuove la diffusione di notizie errate – riportano gli autori – ad esempio l’idea che il cambiamento climatico sia una bufala progettata per promuovere agende politiche, o che rappresenti un fenomeno naturale di origine non antropica. Queste narrazioni, specie quando sono appoggiate e sostenute da personaggi influenti, ostacolano notevolmente gli sforzi per mobilitare il sostegno pubblico necessario per attuare i cambiamenti politici”. L’avvento dell’intelligenza artificiale, sostengono gli studiosi, ha aggiunto una nuova dimensione alla diffusione di false informazioni, intorbidendo ulteriormente le acque del dibattito pubblico. “In questo complesso panorama – concludono gli scienziati – la comunità medica svolge un ruolo fondamentale nell’affrontare il problema. Adottando un approccio multiforme che includa una comunicazione solida, la collaborazione con le aziende tecnologiche, l’istruzione, la promozione delle politiche e il coinvolgimento della comunità, potrebbe essere possibile mitigare l’impatto della disinformazione”. (30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).