Lucrezia Parpaglioni

Tumori: ecografia a ultrasuoni rileva il 96% dei casi di cancro alle ovaie

(1 Ottobre 2024)

Roma –  Un test ecografico a ultrasuoni ha individuato nel 96% dei casi il cancro ovarico nelle donne in postmenopausa, dimostrandosi un possibile sostituto dell’attuale test standard di cura nel Regno Unito. Lo rivela una ricerca finanziata dal National Institute for Health and Care Research, NIHR, guidata da Sudha Sundar, dell’Università di Birmingham, pubblicata oggi su Lancet Oncology. Lo studio ha messo a confronto tutti i test attualmente disponibili per la diagnosi del tumore ovarico nelle donne in postmenopausa. Dei sei test diagnostici analizzati, il modello IOTA ADNEX, che analizza le caratteristiche ecografiche, ovvero l’aspetto del nodulo all’ecografia, di è dimostrato il più accurato tra tutti ed è stato in grado di individuare fino al 96% delle donne con cancro ovarico. “Il test a ultrasuoni supera in modo significativo l’attuale standard di cura nel Regno Unito e quindi ci auguriamo che il modello ADNEX a ultrasuoni di IOTA sostituisca l’attuale standard di cura chiamato test del rischio di malignità, RMI1, nel Regno Unito che identifica l’83% dei tumori ovarici”, ha detto Sundar, che è anche consulente in chirurgia del cancro ginecologico presso il Sandwell and West Birmingham NHS. “Questa è la prima volta che uno studio testa a testa di tutti i test disponibili per il cancro ovarico è stato condotto sulla stessa popolazione”, ha sottolineato Sundar. “Abbiamo studiato il loro utilizzo in donne sintomatiche, in postmenopausa, che sono le più a rischio per questo tumore”, ha aggiunto Sundar. “Il nostro studio ha rilevato che il protocollo ecografico IOTA ADNEX ha la massima sensibilità nel rilevare il cancro ovarico rispetto allo standard di cura e agli altri test.”, ha proseguito Sundar “Poiché la maggior parte delle ecografie viene eseguita da ecografisti, è importante che un nuovo standard possa essere eseguito dal maggior numero possibile di professionisti clinici”, ha precisato Sundar. “Abbiamo riscontrato che la maggiore sensibilità del modello IOTA ADNEX può far sì che alcune donne non affette da tumore vengano segnalate come a maggior rischio di cancro”, ha evidenziato Sundar. “Tuttavia, ne abbiamo discusso ampiamente con le pazienti, con gli enti di beneficenza Target ovarian cancer e con gli esperti del Servizio Sanitario Nazionale, tutti concordi nel ritenere che, nelle donne in postmenopausa a più alto rischio di tumore ovarico, individuare un maggior numero di donne affette da tumore sarebbe vantaggioso per le donne nel loro complesso”, ha specificato Sundar. “La diagnosi precoce del cancro alle ovaie è fondamentale e siamo orgogliosi che questa ricerca dimostri che esistono metodi più accurati per l’utilizzo degli ultrasuoni”, ha dichiarato Annwen Jones OBE, Chief Executive di Target Ovarian Cancer. “Oltre a questa ricerca innovativa, abbiamo bisogno di una maggiore consapevolezza dei sintomi del tumore ovarico, in modo che le donne sappiano che devono recarsi dal proprio medico di famiglia per sottoporsi al test e ricevere il miglior trattamento possibile nel più breve tempo possibile”, ha sottolineato OBE. “È fondamentale che nuovi metodi di lavoro come questo vengano diffusi il più rapidamente possibile”, ha notato OBE. Il gruppo di ricerca ci tiene a sottolineare che il modello IOTA ADNEX ha raggiunto un’accuratezza del 96% quando è stato eseguito da ecografisti del Servizio Sanitario Nazionale adeguatamente formati e con garanzia di qualità. Poiché la maggior parte delle ecografie in tutto il mondo viene eseguita da ecografisti piuttosto che da ginecologi, i ricercatori hanno creato risorse online gratuite per il personale del Servizio sanitario nazionale, affinché possa seguire la formazione specialistica in ecografia e ottenere la certificazione e la garanzia di qualità. (30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.