Valentina Di Paola

Dalle cellule presenti in bocca si può prevedere il rischio di morte

(1 Ottobre 2024)

Roma – Si chiama CheekAge, è un approccio epigenetico che è in grado di valutare il rischio di morte analizzando le cellule presenti in bocca. A descriverne l’efficacia sulla rivista in Frontiers in Aging gli scienziati dell’azienda Tally Health di New York. Il team, guidato da Maxim Shokhirev, ha dimostrato che il sistema può effettivamente prevedere il ritmo di invecchiamento di una persona. Il deterioramento cellulare, spiegano gli esperti, può dipendere da fattori genetici, ma è notevolmente influenzato anche dall’ambiente, dallo stile di vita, dall’alimentazione e dalle abitudini di sonno. Negli ultimi dieci anni, gli scienziati hanno sviluppato diversi orologi epigenetici, calibrati in base all’età cronologica e a vari fattori di stile di vita, elaborati grazie all’analisi del genoma di moltissime persone. La maggior parte di essi, però, si basa sulla metilazione del DNA nelle cellule del sangue, il che rende la raccolta di campioni onerosa e potenzialmente stressante per il paziente. Il gruppo di ricerca ha invece sviluppato un approccio innovativo, CheekAge, per il quale è sufficiente prelevare un campione di cellule dall’interno delle guance. “Abbiamo dimostrato l’efficacia di questo sistema – commenta Shokhirev – e abbiamo scoperto che specifici siti di metilazione sono particolarmente importanti per questa correlazione, rivelando potenziali collegamenti tra geni e processi specifici e la mortalità umana registrata dal nostro orologio”. CheekAge è stato addestrato correlando la frazione di metilazione in circa 200mila siti con un punteggio complessivo per salute e stile di vita, che riflette le presunte differenze nell’invecchiamento fisiologico. Nell’ambito della nuova indagine, il gruppo di ricerca ha utilizzato la programmazione statistica per prevedere la mortalità per qualsiasi causa in 1.513 persone nate tra il 1921 e il 1936. I partecipanti, seguiti dal programma Lothian Birth Cohorts (LBC) dell’Università di Edimburgo, sono stati sottoposti a controllo del metiloma ogni tre anni. “CheekAge – riportano gli autori – è stato in grado di prevedere il rischio di mortalità in modo più preciso degli orologi precedenti addestrati sulle analisi del sangue. Un semplice tampone della guancia interna potrebbe pertanto rappresentare una valida alternativa alle opzioni attuali per monitorare e studiare la biologia dell’invecchiamento”. Gli esperti hanno inoltre esaminato in dettaglio i siti di metilazione più fortemente associati alla mortalità. Questo approccio ha permesso al team di riconoscere PDZRN4 come un possibile soppressore tumorale, e ALPK2 come un gene legato alla salute cardiaca. “Sarebbe interessante determinare se e come questi geni possano influenzare la salute e la durata della vita – conclude Adiv Johnson, altra firma dell’articolo – saranno necessari ulteriori approfondimenti per identificare altre possibili associazioni tra i dati raccolti da CheekAge ed esiti per la salute”. (30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).