Roma – Il consumo di alimenti ultra-processati può causare recidive debilitanti in pazienti che soffrono di malattie intestinali. Lo rivela uno studio guidato da Chen Sarbagili Shabat, dietologo clinico del Tel Aviv Medical Center, Israele, presentato questa settimana alla conferenza United European Gastroenterology, UEG, che si è tenuta a Vienna, in Austria. Una dieta povera è stata a lungo associata all’insorgenza del morbo di Crohn, ma ora i ricercatori hanno scoperto che ci sono specifici gruppi di alimenti ad alto rischio che possono causare gravi ricadute. Secondo i risultati, i prodotti ultra-lavorati come pane, dolci e amidi, così come olio e creme spalmabili, aumentano di circa tre volte il rischio di recidiva della malattia. Circa mezzo milione di britannici soffre del morbo di Crohn, una malattia che provoca dolori lancinanti, diarrea, spossatezza e un’estrema perdita di peso. La malattia può anche causare il restringimento dell’intestino, rendendo difficoltoso il passaggio del cibo. Circa un terzo dei pazienti affetti da questa patologia, che provoca l’infiammazione della parete intestinale, dovrà sottoporsi a un intervento chirurgico nella vita. Tuttavia, questa ultima ricerca ha scoperto che è probabile che la dieta provochi la ricomparsa di sintomi gravi anche quando vengono gestiti farmacologicamente. Lo studio ha seguito oltre cento persone affette dal morbo di Crohn per un anno e ha registrato il momento in cui hanno avuto una ricaduta, una riacutizzazione così grave da richiedere un cambiamento nella terapia farmacologica, il ricovero ospedaliero o un intervento chirurgico. Più del doppio dei partecipanti che avevano assunto grandi quantità di cibi ultra-processati hanno avuto ricadute. Gli autori dello studio hanno anche notato che una “dieta occidentale” è associata al ritorno dei sintomi. Inoltre, secondo gli scienziati, sono necessarie ulteriori ricerche sul collegamento con gli emulsionanti, che si trovano negli alimenti ultra-processati, poiché potrebbero essere la vera causa del problema. L’anno scorso uno studio, pubblicato sul Clinical Gastroenterology and Hepatology Journal, ha scoperto che una dieta ricca di cibi ultra-processati aumenta del 70% le probabilità di sviluppare il morbo di Crohn. L’ultima ricerca è però la prima a mostrare l’impatto dopo il trattamento. Gli esperti ora chiedono che la ricerca informi il trattamento per le persone affette dal morbo di Crohn. “Oltre a curare la malattia infiammatoria intestinale attiva, vogliamo mantenere la remissione a lungo termine”, ha detto Shabat. “È molto importante sapere che i fattori ambientali sono associati alla malattia, motivo per cui possiamo curarla attivamente con la dieta”, ha continuato Shabat. “Allo stesso modo, possiamo gestire il morbo di Crohn in stato di remissione con la dieta”, ha concluso Shabat. (30Science.com)
Lucrezia Parpaglioni
Alimenti ultra-processati alla base di ricadute nelle malattie intestinali
(23 Ottobre 2024)
Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.