Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Una “foresta invisibile” di alghe sta prosperando grazie al cambiamento climatico

(25 Settembre 2024)

Roma – Una “foresta invisibile” di fitoplancton sta prosperando nell’oceano spinta dal riscaldamento globale. E’ quanto scoperto da un team di ricercatori guidati dall’Università di Exeter che ha pubblicato i propri risultati su Nature Climate Change. Il fitoplancton è costituito da minuscoli organismi alla deriva che svolgono circa la metà della “produzione primaria” del pianeta (formando cellule viventi tramite la fotosintesi). Il nuovo studio ha esaminato il fitoplancton sulla superficie dell’oceano e nel “sottosuolo” (uno strato distinto di acqua sottostante) per vedere come la variabilità climatica li stia influenzando. Nell’ultimo decennio, la “biomassa” totale (materiale vivente) del fitoplancton del sottosuolo è aumentata in risposta al riscaldamento globale. Nel frattempo, il fitoplancton di superficie ora ha meno clorofilla, il che lo rende meno verde, ma in realtà la biomassa totale è rimasta stabile. Sulla base di 33 anni di dati provenienti dal Bermuda Atlantic Time-series Study (BATS) nel Mar dei Sargassi, i risultati suggeriscono anche che la profondità dello “strato misto superficiale” (regione di turbolenza sulla superficie dell’oceano) si è ridotta poiché l’oceano si è rapidamente riscaldato nell’ultimo decennio. “È importante comprendere queste tendenze perché il fitoplancton è il fondamento della rete alimentare marina e svolge un ruolo fondamentale nella rimozione dell’anidride carbonica dall’atmosfera”, ha affermato il dott. Johannes Viljoen, del Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente presso il Penryn Campus di Exeter in Cornovaglia. “I nostri risultati rivelano che il fitoplancton di profondità, che prospera in condizioni di scarsa illuminazione, risponde in modo diverso al riscaldamento degli oceani e alla variabilità climatica rispetto al fitoplancton di superficie. Di solito ci affidiamo alle osservazioni satellitari per monitorare il fitoplancton, ma il sottosuolo è nascosto alla vista satellitare. Il nostro studio evidenzia i limiti delle osservazioni satellitari e sottolinea l’urgente necessità di un migliore monitoraggio globale del fitoplancton al di sotto di ciò che i satelliti possono vedere”. Il coautore, il dott. Bob Brewin, ha aggiunto: “I cambiamenti alla base della rete alimentare possono avere effetti a cascata sulla vita marina, dal piccolo zooplancton ai grandi pesci e mammiferi marini. Quindi il futuro del fitoplancton avrà importanti implicazioni per la biodiversità e per il cambiamento climatico”.(30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla