Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Riscaldamento globale sta riducendo la capacità dell’Amazzonia di trattenere il carbonio

(19 Settembre 2024)

Roma – Il riscaldamento globale sta rendendo la foresta Amazzonica più secca e calda, riducendone potenzialmente la capacità di fungere da “pozzo” di assorbimento del carbonio. E’ quanto emerge da uno studio guidato dall’ Istituto nazionale per gli studi ambientali (NIES), Giappone, e pubblicato su Nature Communications. Gli scienziati haano utilizzato l’ultima generazione di modelli del sistema Terra del Coupled Model Intercomparison Project che ha contribuito al Sesto rapporto di valutazione dell’IPCC.

Rappresentazione schematica dei meccanismi fisici dei cambiamenti climatici nel ciclo del carbonio nella regione della foresta amazzonica.
Credito
NIES

 

Nel quadro dello studio, gli impatti del cambiamento climatico sono isolati da altri fattori come i cambiamenti nell’uso del suolo, tra cui la deforestazione, e l’effetto della fertilizzazione della CO 2 sulla fotosintesi. E’ stata impiegata una tecnica avanzata nota come Emergent Constraints che consente di ridurre le incertezze nelle previsioni future utilizzando osservazioni passate. Lo studio dimostra che i cambiamenti climatici stanno portando a condizioni più calde e secche nella foresta pluviale amazzonica, riducendo il pozzo di carbonio amazzonico, in altre parole l’assorbimento di anidride carbonica da parte delle piante.

 

Gli assi orizzontali rappresentano le tendenze globali passate della temperatura dell’aria in superficie (1980-2014) in °C all’anno. Gli assi verticali mostrano le proiezioni future per l’Amazzonia: (a) variazione della temperatura dell’aria in superficie (°C), (b) variazione delle precipitazioni (%) e (c) pozzo di carbonio guidato dal cambiamento climatico (GtC all’anno) come stimato dai modelli CMIP6. I coefficienti di correlazione di Pearson e i valori p sono indicati nella parte inferiore di ogni pannello. I box plot orizzontali mostrano la media (linea bianca), l’intervallo 17-83% (riquadro) e l’intervallo 5-95% (barra orizzontale) delle tendenze della temperatura globale osservate da HadCRUT4 (azzurro chiaro). I box plot verticali forniscono le stesse informazioni ma per i modelli CMIP6 grezzi (nero) e gli intervalli vincolati utilizzando le osservazioni (verde acqua). Il vincolo emergente è stimato per medie di 120-139 anni nello scenario 1pctCO2 e per 2072-2091 nello scenario SSP5-8.5, entrambi corrispondenti a una media intermodello di riscaldamento di 4,4 °C rispetto ai livelli preindustriali. La figura è adattata dalle Fig. 2 e S11 di Melnikova et al. (2024).
Credito
NIES

 

L’autrice principale, la dott. ssa Irina Melnikova, ricercatrice associata al NIES, ha affermato che “ciò accade perché il riscaldamento globale è accompagnato da un fenomeno noto come amplificazione polare, ovvero un riscaldamento maggiore nelle regioni polari rispetto ad altre”. Ciò provoca lo spostamento verso nord della zona di convergenza intertropicale, una fascia di pioggia tropicale cruciale per il clima amazzonico. Tale spostamento renderebbe l’Amazzonia più secca e calda, riducendo la capacità della foresta pluviale di assorbire anidride carbonica tramite la fotosintesi e aumentando le emissioni di anidride carbonica tramite le piante e la respirazione del suolo. In combinazione con l’aumento del rischio di siccità e incendi nelle condizioni più calde e secche, ciò si traduce in una perdita netta di carbonio dalla foresta pluviale. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla