Roma – L’impronta di carbonio personale delle persone più ricche della società è ampiamente sottostimata, sia dai ricchi stessi che da coloro che hanno redditi medi e bassi, indipendentemente dal paese da cui provengono. Allo stesso tempo, sia i ricchi che i poveri sovrastimano drasticamente l’impronta di carbonio delle persone più povere. E’ quanto emerge da uno studio guidato dalla Copenhagen Business School e pubblicato su Nature Climate Change. Gli autori hanno intervistato 4.000 persone provenienti da Danimarca, India, Nigeria e Stati Uniti sulla disuguaglianza nell’impronta di carbonio personale (la quantità totale di gas serra prodotti dalle attività di una persona). La stragrande maggioranza dei partecipanti nei quattro Paesi ha sovrastimato l’impronta di carbonio personale media del 50 per cento più povero del paese e ha sottostimato quelle del 10 per cento e dell’1 per cento della popolazione più ricca. Tuttavia, i partecipanti appartenenti al 10 per cento più ricco erano più propensi a sostenere determinate politiche climatiche, come l’aumento del prezzo dell’elettricità nei periodi di punta, la tassazione del consumo di carne rossa o la sovvenzione di tecnologie di rimozione dell’anidride carbonica come la cattura e lo stoccaggio del carbonio. I ricercatori affermano che questo potrebbe riflettere livelli di istruzione generalmente più elevati tra i redditi elevati, una maggiore capacità di assorbire politiche basate sui prezzi o una maggiore preferenza per soluzioni tecnologiche alla crisi climatica. (30Science.com)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla
L’impronta di carbonio personale dei ricchi è ampiamente sottostimata
(12 Settembre 2024)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla