Roma – La crescita urbana, il cambiamento climatico e il rischio di inondazioni a quote più basse stanno spingendo le persone a vivere su terreni più ripidi e pericolosi, soggetti a un lento slittamento. E’ quanto emerge da uno studio guidato dall’Università di Potsdam, Germania, pubblicato su Earth’s Future. I lenti slittamenti dei territori montani sono spesso esclusi dalle stime del rischio di frane, ma potrebbero minacciare centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo, chiariscono gli autori. Le frane a movimento lento possono muoversi da un millimetro all’anno fino a tre metri all’anno. I pendii con frane a movimento lento possono sembrare sicuri per stabilirvisi; la frana stessa può essere poco appariscente o del tutto inosservata. Mentre la frana avanza, le case e altre infrastrutture possono essere danneggiate. La lenta frana può accelerare bruscamente, probabilmente in risposta a cambiamenti nelle precipitazioni. Un’accelerazione improvvisa può peggiorare i danni e, in rari casi, causare vittime. Il cambiamento climatico e le inondazioni relative potrebbero nel tempo spingere sempre più persone a stabilirsi su questi territori instabili. “Mentre le persone migrano in salita e stabiliscono insediamenti su pendii instabili, una popolazione in rapida crescita si trova ad affrontare un grado sconosciuto di esposizione a frane lente, con il terreno che si muove sotto le loro case”, ha affermato Joaquin Vicente Ferrer, ricercatore sui pericoli naturali presso l’Università di Potsdam e autore principale dello studio. Attraverso la mappatura delle frane e sforzi di inventario, gli autori hanno compilato un nuovo database di 7.764 grandi frane a lento movimento con aree di almeno 0,1 chilometri quadrati (circa 25 acri) situate in regioni classificate come a “rischio montano” dall’Intergovernmental Panel on Climate Change. Utilizzando questo database, hanno esplorato i fattori di esposizione regionali e globali utilizzando modelli statistici. Delle frane lente documentate, 563, circa il 7 per cento, sono in zone abitate da centinaia di migliaia di persone. Gli insediamenti più densi su frane a movimento lento si trovavano nel nord-ovest del Sud America e nell’Africa sud-orientale. L’Asia centrale, l’Africa nord-orientale e l’altopiano tibetano avevano gli insediamenti più grandi esposti a frane a movimento lento. Anche l’Asia centro-occidentale e in particolare la catena montuosa dell’Alai in Kirghizistan avevano un numero elevato di frane a movimento lento in zone abitate. (30Science.com)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla
Cresce lo slittamento del terreno, minaccia spesso ignorata per le comunità montane
(18 Settembre 2024)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla