Roma – Le zone umide come pianure e paludi possono essere ripristinate con le giuste piante, salvando il loro fondamentale ruolo ambientale. E’ quanto emerge da un progetto di ricerca portato avanti dalla Radboud Università di Nijmegen. L’ecologa Renske Vroom dell’Università ha spiegato : Queste aree sono molto importanti per l’acqua pulita, ad esempio. Prevengono le inondazioni e sono tesori per la biodiversità. Inoltre, immagazzinano molto carbonio, il che è fondamentale per il clima. Se quelle aree vengono prosciugate, verrà rilasciata molta CO₂ in più e il terreno affonderà”. Per ripristinarle dopo l’uso per l’agricoltura intensiva non è sufficiente riirrigarle perché l’acqua trascinerebbe con se le sostanze nocive usate nella fase agricola. Da qui la necessità di utilizzare specifiche piante nel processo di ripristino. “Abbiamo scoperto che la tifa cresce molto bene su torba che contiene molto azoto. L’azolla, un tipo di lenticchia d’acqua, cresce bene se hai molto fosfato. La torba funziona molto bene quando non ci sono così tanti nutrienti nel terreno”. Il vantaggio di questo è che la transizione dall’agricoltura allo sviluppo della natura può essere vantaggiosa sia per la natura che per l’agricoltore: gli agricoltori possono teoricamente bagnare la terra, coltivare piante e poi vendere il raccolto. La Vroom ha concluso: “Si dice spesso che sono necessarie ulteriori ricerche, ma ora sempre più studi dimostrano che questi metodi funzionano molto bene. La cosa più importante è che le zone umide vengano ripristinate. A un certo punto devi solo iniziare a farlo. Con l’umidificazione e la coltivazione di piante, puoi sostanzialmente risolvere il problema”. (30Science.com)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla
Con le piante giuste le zone umide e il loro ruolo ambientale possono essere salvate
(12 Settembre 2024)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla