Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Anche i parassiti vanno preservati in un clima che cambia

(10 Settembre 2024)

Roma – Le campagne di conservazione ambientale debbono tenere conto dei microorganismi, anche parassiti, nei loro sforzi di difesa della natura. E’ quanto emerge da uno studio guidato dall’ Università di Copenhagen pubblicato su Trends in Ecology & Evolution. Quasi la metà di tutte le specie animali sulla Terra vivono all’interno di altri animali come parassiti. Si stima che ci siano 1 trilione di specie batteriche e virali che chiamano casa altre creature. Eppure queste creature sono spesso escluse dalle conversazioni sulla perdita di habitat e sul valore della biodiversità. Il biologo evoluzionista Morten Limborg dell’ Università di Copenhagen ha dichiarato a Science: “Tutti i grandi organismi eucariotici carismatici, come animali, piante, alberi, che ci piace studiare, si sono evoluti in un mondo microbico. Se vogliamo capire come funziona uno specifico animale o come funziona una pianta in un dato ambiente, dobbiamo prendere in considerazione tutti i microbi che vivono al loro interno, su di loro, nell’equazione.£ E ha aggiunto: “Noi umani siamo molto prevenuti. Ci piace leggere di organismi carismatici come panda e rinoceronti, mentre siamo un po’ meno preoccupati di parassiti e microbi disgustosi. Ciò che dobbiamo fare è acquisire più conoscenza. Abbiamo già degli sforzi di conservazione in cui le persone stanno mappando la biodiversità in vari ecosistemi e regioni, e dobbiamo semplicemente aggiungere quello strato extra di microbi associati. La maggiore vulnerabilità delle specie è forse dovuta al fatto che hanno perso alcuni dei loro microbi benefici? È una domanda che non abbiamo mai preso in considerazione prima. E se si rivelasse vera, allora all’improvviso avremo un nuovo strumento nella nostra cassetta degli attrezzi per la conservazione”.(30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla