Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Per colpa dell’uomo a rischio anche animali marini in habitat incontaminati

(18 Settembre 2024)

Roma – I cambiamenti climatici e una serie di altri impatti dell’azione dell’uomo stanno mettendo a rischio di estinzione gli animali marini, anche quelli che vivono in habitat marini quasi incontaminati. E’ quanto afferma un nuovo studio di un team di ricerca guidato da Casey O’Hara del National Center for Ecological Analysis and Synthesis presso l’Università della California, Santa Barbara, pubblicato su PLOS ONE. Gli autori hanno stimato l’impatto delle attività umane su oltre 21.000 specie di animali marini in tutto il mondo. Hanno quindi identificando i luoghi in cui gli impatti causati dal clima si sovrappongono ad altri fattori di stress causati dall’uomo. L’analisi dei ricercatori ha mostrato che anche habitat relativamente incontaminati potrebbero comunque ospitare specie a rischio elevato. Inoltre, molte regioni costiere con un’elevata diversità di specie potrebbero essere a rischio maggiore di quanto si pensasse in precedenza. I ricercatori hanno anche scoperto che gli impatti del cambiamento climatico, vale a dire l’elevata temperatura superficiale del mare e l’acidificazione degli oceani, erano maggiori di altri fattori di stress causati dall’uomo, indipendentemente dall’ecosistema studiato. I coralli sono il gruppo marino più a rischio in assoluto, e molluschi come calamari e polpi, echinodermi come stelle marine e ricci di mare e crostacei come gamberi, granchi e aragoste sono considerati particolarmente a rischio. I risultati di questo lavoro forniscono una comprensione più completa di quali specie e habitat sono a rischio e dove i conservazionisti dovrebbero concentrare i loro sforzi. I ricercatori sperano che questi dati possano essere combinati con informazioni socioeconomiche per aiutare a dare priorità ad azioni di conservazione efficaci, economicamente efficienti e socialmente eque a beneficio sia della natura che delle persone. Casey O’Hara aggiunge: “Il nostro approccio incentrato sulle specie aiuta a identificare pratiche e attività definite spazialmente che hanno un impatto maggiore sulle specie marine a rischio. Mentre le protezioni generali come le riserve marine sono efficaci nel preservare la biodiversità marina, possono anche imporre difficoltà economiche alla popolazione locale e provocare opposizione politica. Crediamo che il nostro lavoro riveli opportunità per interventi mirati politicamente fattibili ed economicamente vantaggiosi per ridurre gli impatti sulla biodiversità, come restrizioni mirate agli attrezzi da pesca, miglioramenti agricoli per ridurre il deflusso di nutrienti etc.”. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla