Valentina Di Paola

Non tutti gli pterosauri volavano allo stesso modo

(6 Settembre 2024)

Roma – Alcune specie di pterosauri volavano sbattendo le ali, mentre altre si libravano in volo come avvoltoi. A descrivere le caratteristiche delle abilità di questi preistorici animali uno studio, pubblicato sul Journal of Vertebrate Paleontology, condotto dagli scienziati dell’Università del Michigan, della Natural Resources Authority, della Yarmouk University, in Giordania, e del Saudi Geological Survey, in Arabia Saudita. Il team, guidato da Kierstin Rosenbach, ha analizzato dei fossili di due diverse specie di pterosauri azhdarcoidi di grandi dimensioni. I dati suggeriscono che gli animali mantenessero stili di volo differenti. I reperti, risalenti all’ultimo Cretaceo (circa 72-66 milioni di anni fa), sono stati analizzati con scansioni di tomografia computerizzata (TC) ad alta risoluzione, che ha permesso al gruppo di ricerca di ricostruire la struttura interna delle ossa delle ali. “Le ossa degli pterosauri – spiega Rosenbach – sono cave, per cui è molto difficile individuare frammenti conservati tridimensionalmente. È più comune rinvenire resti appiattiti e schiacciati”. Nell’ambito dell’analisi, gli scienziati hanno valutato le abilità di volo dell’Arambourgiania philadelphiae e dell’Inabtanin alarabia. Stando a quanto emerge dall’indagine, la prima specie era associata a un’apertura alare di dieci metri, con delle creste che si avvolgono a spirale all’interno dell’omero. Questa struttura risulta molto simile a quella tipica degli avvoltoi. Per quanto riguarda l’I. alarabia, invece, sono state osservate delle similitudini con le ossa tipiche delle specie moderne che volano sbattendo le ali. “Siamo rimasti molto sorpresi dai nostri risultati – conclude Rosenbach – ci sono ancora tantissimi interrogativi sugli pterosauri e questo lavoro mostra che le diverse specie potrebbero aver sviluppato tecniche di volo differenti. Il nostro studio fornisce un quadro interessante per indagare la correlazione tra la struttura ossea interna, la capacità e il comportamento di volo”. (30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).