Roma – Gli esemplari di Anguilla japonica, o anguilla giapponese, hanno sviluppato una tecnica molto particolare per sfuggire alle grinfie dei predatori, scappando dalle branchie dopo essere state inghiottite. A rivelare questa curiosa tattica di sopravvivenza uno studio, pubblicato sulla rivista Current Biology, condotto dagli scienziati dell’Università di Nagasaki in Giappone. Il team, guidato da Yuuki Kawabata e Yuha Hasegawa, ha osservato un gruppo di anguille che sfuggivano dal pesce predatore Odontobutis obscura. Grazie a un sistema video a raggi X, i ricercatori hanno osservato le anguille farsi strada all’indietro lungo il tratto digerente dell’animale, inserire le punte delle code attraverso l’esofago e le branchie del pesce predatore, per poi liberare la testa attraverso le branchie.
“Le anguille risalgono tutto il tratto digerente – spiega Kawabata – e riescono a liberarsi da una morte certa. Per la prima volta abbiamo descritto i modelli comportamentali e i processi di fuga di prede all’interno del tratto digerente di predatori”. Lo stesso gruppo di ricerca aveva già rivelato che le anguille giapponesi potevano evitare di essere mangiate, ma non era ancora chiaro come facessero. Nell’arco di un anno di indagini, gli scienziati hanno raccolto prove video per 32 esemplari catturati che provavano a farsi strada attraverso il corpo del predatore. Di queste, 12 sono riuscite a far uscire la parte posteriore e nove sono scappate dalle branchie. Solo quattro esemplari non hanno provato a liberarsi. In media, le anguille in fuga hanno impiegato circa 56 secondi per uscire vive dall’aggressore. “Pensavamo che le A. japoniche risalissero tutto il tratto digerente fino a uscire dalla bocca – afferma Kawabata – è stato sorprendente vederle comparire dalle branchie”. Nonostante la somiglianza nelle tecniche di fuga, gli autori hanno scoperto che alcuni esemplari si muovevano anche all’interno dello stomaco alla ricerca di un’altra via di uscita. Questi risultati dimostrano per la prima volta il comportamento difensivo specifico che le anguille giapponesi attuano in caso di cattura. L’utilizzo delle tecnologie a raggi X potrebbe rivelarsi utile per osservare altre interazioni predatore-preda.(30Science.com)