Lucrezia Parpaglioni

I polpi non sono poi così solitari, almeno quando si parla di caccia

(24 Settembre 2024)

Roma – I polpi sono considerati una specie solitaria, ma quando si tratta di caccia questa considerazione sembra non essere più vera. Lo rivela uno studio guidato da Eduardo Sampaio, biologo e ricercatore del Max Planck Institute of Animal Behavior, riportato su Nature Ecology & Evolution. L’analisi di più di cento ore di materiale filmato di immersioni in Israele, Egitto e Australia, proveniente da due prospettive della telecamera hanno permesso ai ricercatori di creare una visione tridimensionale della scena e hanno fornito loro nuovi spunti di riflessione sulla caccia alle multispecie. Utilizzando un avanzato sistema di tracciamento 3D sul campo ed esperimenti sul campo, Sampaio ha osservato che gruppi di più specie, tra cui i polpi, mostrano proprietà uniche. “Nei gruppi di Octopus cyanea e di varie specie di pesci, l’influenza sociale non è distribuita in modo uniforme, ma piuttosto strutturata gerarchicamente su più dimensioni, riflettendo ruoli specializzati all’interno del gruppo”, ha detto il biologo.

 

“In particolare, i pesci, soprattutto i Loricaridi, noti come pesci capra, sono responsabili dell’esplorazione dell’ambiente e dettano la direzione del gruppo, mentre il polpo determina i tempi e l’inizio del movimento del gruppo”, ha continuato Sampaio. In un’intrigante dimostrazione di sinergia ecologica, i pesci agiscono come un sistema sensoriale esteso per i polpi, coprendo aree più ampie e migliorando l’efficienza di rilevamento delle prede. “Questa interazione benefica consente ai pesci di acquisire prede altrimenti irraggiungibili e ai polpi di risparmiare energia concentrandosi su fonti di cibo di alta qualità, esercitando al contempo il controllo e fornendo un riscontro all’interno del gruppo, evidenziando le sofisticate dinamiche di collaborazione della vita marina”, ha aggiunto Sampaio. La leadership nei gruppi animali, che si tratti di pesci, uccelli o scimmie, è solitamente associata alla guida del gruppo. Tuttavia, questo studio dimostra che la leadership può emergere sia dalla stimolazione che dall’inibizione del movimento degli altri, con il polpo che agisce come principale influenzatore del movimento attraverso l’inibizione. Inoltre, la composizione del gruppo influenza in modo significativo l’investimento individuale e l’azione collettiva, rivelando lo sfruttamento da parte dei diversi membri del gruppo. Ciò induce meccanismi di controllo del partner, principalmente da parte del polpo, che punisce gli sfruttatori, rafforzando la sua posizione di leader de facto. Queste azioni aiutano il polpo a mantenere i benefici che riceve dai partner collaborativi. “Quando il polpo cattura la preda, la uccide anche”, ha affermato Sampaio. “Una preda non viene divisa, ma viene presa da chi la cattura per primo; tuttavia, poiché l’interazione tra il pesce e il polpo si ripete più volte durante la caccia, la preda viene ‘condivisa’, nel senso che a volte il polpo cattura la preda e altre volte il pesce la cattura”, ha evidenziato Sampaio. La ricerca dimostra che l’altrimenti solitario Octopus cyanea mostra una notevole competenza sociale e flessibilità cognitiva, adattando il suo comportamento in risposta alle azioni di specie diverse. “Questi risultati ampliano la nostra comprensione della leadership e della socialità, sottolineando la complessità e l’adattabilità delle interazioni sociali in natura”, ha concluso Sampaio. (30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.