Valentina Di Paola

Nuovo trattamento per migliorare la funzione ovarica

(17 Settembre 2024)

Roma – Il Pirfenidone, un farmaco comunemente usato per trattare la fibrosi polmonare idiopatica, potrebbe estendere la funzione ovarica e migliorare la salute generale delle donne durante la menopausa. Questo incoraggiante risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista GeroScience, condotto dagli scienziati della Northwestern University Feinberg School of Medicine. Il team, guidato da Francesca Duncan, ha utilizzato un modello murino per valutare la possibilità di sviluppare un trattamento specifico per migliorare ed estendere la funzione ovarica. Le ovaie, spiegano gli esperti, producono una serie di ormoni che regolano quasi tutti gli aspetti della vita femminile, dal ciclo mestruale alla gravidanza, fino alla densità ossea e gli sbalzi d’umore. Con l’avanzare dell’età, la produzione di ormoni tende a diminuire, provocando alcuni degli effetti spiacevoli negativi alla menopausa, come il calo della densità ossea, gli sbalzi d’umore o le vampate.

Immagine ecografica di un ovaio umano realizzata utilizzando l’elastografia a onde di taglio per valutare la rigidità ovarica rilevando e misurando il tessuto fibrotico.
Credito
Northwestern University

“L’età media in cui una donna raggiunge la menopausa – afferma Duncan – è rimasta stabile nel corso degli anni, però l’aspettativa di vita si è allungata di molto. È pertanto fondamentale riuscire a estendere la funzione ovarica, per mantenere la salute delle donne più a lungo”. “Il Pirfenidone – aggiunge – non può essere utilizzato per periodi prolungati a causa dei suoi effetti collaterali, tra cui la tossicità epatica. Nonostante ciò, abbiamo dimostrato la prova di concetto: è possibile modulare la fibrosi ovarica e migliorare la salute femminile durante la menopausa. Ora stiamo lavorando per trovare un farmaco sicuro ed efficace che possa essere testato in modelli umani”. Con l’avanzare dell’età, le ovaie sono soggette a infiammazioni, fibrotiche e rigide, in modo simile alle cicatrici in altri tessuti, il che aumenta il rischio di sviluppare tumori e neoplasie. La letteratura scientifica suggerisce inoltre che le ovaie rigide influenzano negativamente anche la qualità degli ovociti, il che potrebbe contribuire a spiegare perché la fertilità femminile tende a diminuire con l’età. I ricercatori hanno scoperto che i topolini trattati con i farmaci mirati alle cicatrici ovariche mostravano un numero maggiore di follicoli, una migliore ovulazione e il mantenimento di livelli ormonali normali. “La finestra di fertilità non rappresenta l’obiettivo primario del nostro lavoro – conclude Duncan – non tutte le donne sono preoccupate di avere figli. Il nostro scopo è quello di migliorare l’ambiente ovarico, in modo da garantire la produzione di ormoni essenziali durante la menopausa”. (30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).