Lucrezia Parpaglioni

Il linguaggio può predire i sintomi depressivi

(17 Settembre 2024)

Roma – A seconda se positive o negative le affermazioni scritte da individui e valutate da soggetti umani e da modelli di intelligenza artificiale possono  predire i sintomi depressivi attuali e dei cambiamenti futuri dei sintomi depressivi. Lo rivela uno studio guidato da Robb Rutledge, dell’Università di Yale, riportato su Proceedings of the National Academy of Sciences. La depressione è talvolta evidente nel linguaggio utilizzato dalle persone, ma l’utilità del linguaggio come strumento predittivo del peggioramento dei sintomi depressivi è finora sconosciuta. Rutledge e colleghi hanno condotto due studi su un totale di 467 partecipanti che hanno fornito risposte scritte a domande aperte e completato valutazioni dei sintomi depressivi. Le dichiarazioni scritte sono state sottoposte all’analisi del sentiment da parte di 470 valutatori umani, dello strumento di analisi del testo Linguistic Inquiry e Word Count e di modelli linguistici di grandi dimensioni dell’IA. Le valutazioni del sentiment linguistico da parte dei soggetti umani e dei modelli linguistici di grandi dimensioni hanno previsto i cambiamenti nei sintomi depressivi dei partecipanti a un follow-up di tre settimane. Ulteriori analisi hanno mostrato che la carica emotiva del linguaggio scritto era correlata all’umore attuale dei partecipanti, ma prevedeva anche i futuri cambiamenti dei sintomi depressivi dopo aver controllato l’umore attuale. Secondo gli autori, i risultati suggeriscono che il linguaggio delle brevi dichiarazioni, analizzato da strumenti di intelligenza artificiale, può essere utile per prevedere i futuri sintomi psichiatrici. (30Science.com)

 

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.