Valentina Di Paola

Esiste un legame tra lo stress percepito e la ricaduta della psoriasi

(27 Settembre 2024)

Roma –  Lo stress percepito può innescare direttamente una ricaduta delle lesioni cutanee psoriasiche. Lo dimostra uno studio, presentato durante il Congresso 2024 dell’Accademia europea di dermatologia e venereologia (EADV) dagli scienziati dell’Università di Haifa. Il team, guidato da Amos Gilhar, ha indotto delle lesioni psoriasiche in xenotrapianti di pelle umana sana su topi con immunodeficienza combinata grave. La psoriasi, spiegano gli esperti, è una malattia cronica della pelle che colpisce oltre sei milioni di persone in Europa. Caratterizzata da una rapida produzione di cellule cutanee, che provocano desquamazione e infiammazione, è stata da tempo associata allo stress, ma non erano state fornite prove conclusive a favore del legame. Per colmare le lacune esistenti, il gruppo di ricerca ha effettuato delle iniezioni di cellule mononucleari di sangue. Dopo aver ottenuto la remissione delle lesioni con desametasone, gli animali sono stati sottoposti a diverse forme di stress per 24 ore. I ricercatori hanno quindi monitorato la recidiva per 14 giorni. Stando a quanto emerge dall’indagine, lo stress sonoro portava a una ricaduta delle lesioni psoriasiche in tutti i casi di studio, accompagnati da fenomeni cutanei come spessore epidermico, espressione di K16, proliferazione dei cheratinociti, attivazione di mastociti, espressione di peptidi antimicrobici e attivazione immunitaria delle cellule intraepidermiche. “Lo stress psicoemotivo – spiega Gilhar – innesca il rilascio di neuropeptidi proinfiammatori, che portano a un’infiammazione cutanea neurogena tramite attivazione delle cellule immunitarie. L’ormone della corticotropina (CRH) e l’NGF aumentano ulteriormente l’infiammazione e promuovono l’iperproliferazione dei cheratinociti, innescando e peggiorando così le lesioni psoriasiche negli individui suscettibili”. Allo stesso tempo, i ricercatori hanno scoperto che l’aprepitant, un farmaco antiemetico usato per la prevenzione di nausea e vomito associati a chemioterapia, poteva prevenire la ricaduta nell’80 per cento dei casi, normalizzando la maggior parte dei marcatori infiammatori. “Questo medicinale – osserva Gilhar – si è rivelato molto promettente come potenziale terapia per le esacerbazioni della psoriasi indotte dallo stress. Sarà tuttavia necessario condurre studi approfonditi prima di poterlo proporre a livello clinico. Il nostro lavoro evidenzia il complesso legame tra il sistema nervoso e la risposta immunitaria. Riconoscere come lo stress influenza la psoriasi ci consente di perfezionare i nostri approcci terapeutici e aiutare i pazienti. nei prossimi step, valuteremo il potenziale clinico di vari principi, approfondendo il ruolo della gestione dello stress nella cura della psoriasi”.(30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).