Valentina Arcovio

La maternità surrogata è legata a più complicazioni in gravidanza e nel post-partum

(23 Settembre 2024)

Roma – Le madri surrogate hanno un rischio più elevato di sviluppare complicazioni durante la gravidanza e il post-partum. Questo allarmante risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Annals of Internal Medicine, condotto dagli scienziati della McGill University. Il team, guidato da Maria Velez, ha esaminato le informazioni raccolte dal database Better Outcomes Registry & Network (BORN) Ontario, che rappresenta oltre il 99 per cento delle nascite in Ontario. In totale, l’analisi includeva 863.017 parti, 806 dei quali era associato a surroghe. Stando a quanto emerge dall’indagine, il rischio di morbilità materna grave era del 7,8 per cento, oltre tre volte più elevato rispetto al concepimento non assistito e quasi il doppio rispetto alle gravidanze con fecondazione in vitro. Tra le complicazioni più comuni, gli scienziati riportano emorragia post-partum, grave preeclampsia e sepsi puerperale. Anche il rischio di morbilità neonatale sembrava leggermente più elevato per in caso di maternità surrogata, con il parto pretermine più frequente in questi casi. “C’è una sostanziale carenza di informazioni in merito agli effetti della maternità surrogata – spiega Velez – il nostro lavoro colma in parte alcune lacune. Abbiamo analizzato la morbilità materna e neonatale, considerando i rischi associati alla surroga rispetto alla gestazione tramite fecondazione in vitro e al concepimento naturale”. Le portatrici gestazionali, riportano gli esperti, presentavano un rischio maggiore di disturbi ipertensivi ed emorragia post-partum rispetto agli altri gruppi analizzati. I risultati, commentano gli autori, evidenziano l’importanza di sviluppare piani di assistenza alla gravidanza specifici per le donne che prendono in considerazione la maternità surrogata. Saranno comunque necessari ulteriori approfondimenti, precisano gli scienziati, per comprendere i potenziali meccanismi alla base di questi dati. “Queste informazioni – conclude Velez – potrebbero contribuire a sviluppare indicazioni specifiche per i medici e il personale sanitario, che dovrebbe illustrare i potenziali rischi per la madre surrogata e per il bambino. Esistono, in effetti, delle linee guida sui criteri di ammissibilità per la surroga, ma non sempre queste vengono seguite rigorosamente”. (30Science.com)

Valentina Arcovio