Valentina Arcovio

Obesità: al via studio su neurostimolazione a domicilio

(10 Settembre 2024)

Roma – Si chiama Stimolazione transcranica a Corrente Diretta o tDCS (dall’inglese transcranial Direct Current Stimulation) e si candida a diventare un nuovo strumento utile a contrastare l’emergenza obesità, che riguarda ormai oltre il 10% degli italiani adulti. Come la sorella maggiore, la più nota TMS (Stimolazione Magnetica Transcranica), impiegata da tempo nella cura delle dipendenze, anche la tDCS funziona generando a livello dei neuroni una micro-corrente elettrica in grado di ripristinare gli equilibri alterati in determinate aree del cervello, compresa quella che regola il senso di fame e sazietà. Entrambe, quindi, possono essere settate per trattare pazienti obesi, inducendoli a mangiare di meno. A differenza della TMS, però, la nuova metodica non necessita di macchinari ingombranti e quindi di una gestione ospedaliera, ma di un semplice caschetto che può essere utilizzato dal paziente anche a casa, indossandolo prima dei pasti, con ricadute positive in termini di sostenibilità economica e comodità del trattamento. Con l’obiettivo di dimostrare pari efficacia e sicurezza della tDCS per trattare l’obesità rispetto alla TMS – il cui utilizzo a questo scopo è già stato validato da lavori precedenti[1] – parte uno studio clinico finanziato dal PNRR, della durata di due anni, che sarà coordinato dall’IRCCS MultiMedica di Milano e condotto insieme all’Azienda Ospedaliera Universitaria “R. Dulbecco” di Catanzaro. I ricercatori arruoleranno circa 400 pazienti obesi e con diabete di tipo 2, dividendoli in due gruppi che, per un anno, seguiranno due differenti regimi alimentari (dieta mediterranea il primo e dieta chetogenica il secondo), e saranno trattati con TMS, nel cluster di Milano, e con tDCS, nel cluster di Catanzaro. “L’obiettivo della nostra ricerca è duplice”, spiega Livio Luzi, Direttore del Dipartimento interpresidio di Endocrinologia, Nutrizione e Malattie Metaboliche di MultiMedica, Ordinario di Endocrinologia presso l’Università degli Studi “La Statale” di Milano e principal investigator dello studio. “Innanzitutto, intendiamo raccogliere ulteriori conferme circa l’efficacia della TMS, verificando a quale regime alimentare associarla per raggiungere i risultati migliori. In secondo luogo, vogliamo osservare se questa nuova tecnica di neurostimolazione, la tDCS, è parimenti sicura ed efficace nel far perdere peso ai pazienti”, aggiunge. “Di fronte ai dati allarmanti di crescita del fenomeno – prosegue l’esperto – soprattutto fra i più giovani, con il nostro Paese che è ai primi posti in Europa per sovrappeso e obesità infantili, urgono soluzioni per far fronte al problema. La TMS ha già dato prova della sua efficacia ma non è sostenibile un suo impiego su larga scala. La tDCS, dal costo più contenuto, può essere eseguita anche a casa propria, indossando un semplice caschetto, e potrebbe rappresentare un valido strumento, utile a trattare un maggior numero di pazienti, in associazione alle terapie farmacologiche, che verrebbero così impiegate a dosaggi ridotti. Potremmo passare da 100 persone all’anno trattate da un singolo centro con la TMS a circa 10-20.000 con la tDCS. In futuro, potremmo anche ipotizzare un suo impiego nei giovani più a rischio, in ottica di prevenzione”. Conclude Luzi: “Se i risultati dello studio dovessero confermare l’efficacia della tDCS, come ci auguriamo, i prossimi passi potranno essere quelli dello sviluppo industriale del device e dell’avvio delle procedure volte a ottenerne la rimborsabilità per la gestione dell’eccesso ponderale”. (30Science.com)

Valentina Arcovio