Roma – Le persone con malattie mentali non curate sono associate a una copertura vaccinale meno capillare rispetto al resto della popolazione. A rivelarlo uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Communications, condotto dagli scienziati del Karolinska Institutet. Il team, guidato da Mary Barker, ha analizzato i dati raccolti da sette lavori precedenti nell’ambito del consorzio COVIDMENT, che comprendeva le informazioni relative a più di 325 mila individui. Allo stesso tempo, sono stati utilizzati i registri della Svezia, che includeva oltre otto milioni di persone. L’analisi aggregata dei dati del consorzio suggerisce che al 30 settembre 2021, l’85 percento degli individui era stato vaccinato con la prima dose del vaccino anti-Covid. Non vi era alcuna differenza statisticamente significativa nei livelli di vaccinazione nelle persone con o senza diagnosi di malattia mentale, o con o senza sintomi di ansia o depressione. “L’elevata copertura – osserva Barker – dimostra che le campagne di vaccinazione hanno avuto successo”. Le informazioni del registro svedese, però, mostravano che gli individui a cui era stata diagnosticata una malattia mentale e non avevano prescrizoine medica erano associati a una probabilità del nove per cento più bassa di ricevere il vaccino. “Sono necessarie ulteriori ricerche – commenta l’autrice – per esplorare le ragioni alla base di queste associazioni al fine di migliorare le strategie di vaccinazione attuali e future e, in definitiva, garantire un’equa protezione contro le malattie infettive. Sappiamo infatti che le malattie mentali rappresentano un potenziale fattore di rischio in grado di aggravare gli esiti per Covid-19, quindi una buona copertura vaccinale è particolarmente importante”.(30Science.com)
Valentina Di Paola
Covid: tassi di vaccinazione più bassi per i pazienti con malattie mentali non curate
(26 Settembre 2024)
Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).