Scoperte 3 diverse specie di microalga per biocarburanti

Roma – Una microalga utilizzata per la produzione di biocarburanti non esisterebbe in natura sotto forma di un’unica specie come creduto fino ad oggi, ma sotto forma di ben tre specie. E’ quanto scoperto da un team di ricerca della Texas A&M AgriLife che ha riportato i propri risultati su PLOS ONE. Il Botryococcus braunii fu scoperto per la prima volta a metà del 1800. Tecnicamente è una pianta, subisce la fotosintesi e, cosa più interessante per i ricercatori, produce grandi quantità di idrocarburi che possono essere utilizzati come fonte rinnovabile di carburante. In precedenza si riteneva che si trattasse di una specie unica con tre razze: A, B e L, ciascuna delle quali produce tipi di oli leggermente diversi. Ma dopo aver scoperto una differenza genetica consistente del 20-30 per cento tra ogni razza, il team di ricercatori ha proposto una nuova classificazione. Sebbene il Botryococcus sia comunemente studiato per la sua produzione di idrocarburi, il sequenziamento del suo genoma si è rivelato difficile. Dopo aver ricomposto i genomi e aver utilizzato i supercomputer del Texas A&M High Performance Research Computing Center per eseguire confronti genomici, i ricercatori hanno affermato che è diventato chiaro che questi organismi non appartengono alla stessa specie. Circa un gene su cinque era unico per ciascuna delle razze di Botryococcus. Per mettere in prospettiva questa differenza del 20 per cento, la differenza genetica tra umani e scimpanzé, i nostri parenti evolutivi più prossimi, è inferiore al 2 per cento. Dopo ulteriori convalide, gli studiosi si sono messi all’opera per riclassificare le razze di Botryococcus. Hanno mantenuto alla razza B il nome originale di Botryococcus braunii per preservarne la storia e hanno rinominato la razza A, Botryococcus alkenealis e la razza L, Botryococcus lycopadienor, che indicano il tipo di idrocarburi prodotti da ciascuna. (30Science.com)