Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Piantare alcune specie di alberi può peggiorare e non migliorare l’aria

(6 Agosto 2024)

Roma – Piantare alcune specie di alberi può peggiorare e non migliorare lo stato di salute dell’aria nel caso di specie della metropoli di New York. E’ quanto emerge da uno studio guidato dalla Columbia Climate School i cui risultati sono stati pubblicati su Environmental Science & Technology. In linea con le iniziative di lunga data per espandere i suoi spazi verdi, New York City pianta decine di migliaia di alberi ogni anno. Forniscono ombra, abbassano le temperature superficiali rilasciando umidità, assorbono una sorprendente quantità di carbonio nell’aria, rimuovono la fuliggine e altri inquinanti e forniscono habitat per la fauna selvatica insieme alla semplice bellezza. Ma in realtà vi è un elemento scarsamente considerato: le querce e gli liquidambar, che attualmente rappresentano la maggioranza degli alberi della città, producono enormi quantità di composti volatili chiamati isopreni. Innocui di per sé, gli isopreni interagiscono rapidamente con gli ossidi di azoto inquinanti emessi da veicoli, edifici e industrie per formare ozono a livello del suolo, un fattore primario in molte malattie respiratorie, in particolare bronchite cronica e asma. La nuova ricerca, condotta da scienziati del Lamont-Doherty Earth Observatory della Columbia Climate School e da altre istituzioni, ha scoperto che se la città mantiene le stesse specie del passato nelle nuove piantagioni, la produzione di isoprene a Manhattan nei prossimi decenni aumenterà di circa il 140 per cento e i livelli di ozono estivo risultanti fino al 30 per cento. Nel Queens, che ha più spazio di qualsiasi altro distretto per più alberi, la produzione di isoprene potrebbe quadruplicare, con corrispondenti aumenti del picco di ozono; gli altri distretti sono da qualche parte nel mezzo. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla