Roma – I parchi e gli spazi verdi aumentano la qualità della vita anche in comunità a rischio dove l’accesso ai parchi può essere reso problematico da attività malavitose e dalle conseguenze del degrado. E’ quanto emerge da uno studio guidato dalla Michigan State University e pubblicato su Landscape Architecture Frontiers. I ricercatori hanno condotto la loro analisi in una zona degradata di San Buenaventura, sulla costa della California meridionale. Hanno raccolto i dati conducendo un sondaggio di persona, che ha riguardato domande relative alle percezioni ambientali e di sicurezza, alla soddisfazione generale, ai cambiamenti nell’attività fisica e alla salute mentale con le esperienze pre e post occupazione degli intervistati. Per analizzare i dati, sono state condotte analisi bivariate utilizzando un t-test e un’analisi di correlazione per esaminare se vi fosse una relazione tra la soddisfazione generale e l’esperienza di visita. La scoperta primaria ha mostrato che il miglioramento della salute era strettamente correlato alla disponibilità di spazi verdi urbani. s. Ha anche indicato un netto aumento delle attività fisiche, come andare in bicicletta e camminare, dopo la costruzione di questo parco, in linea con studi precedenti che valutavano l’influenza degli elementi del parco sulla frequenza delle visite. Oltre alla salute fisica, molti intervistati hanno riferito di sentirsi meglio mentalmente, riecheggiando la teoria del ripristino dell’attenzione e suggerendo che i nuovi parchi erano vitali per il ringiovanimento mentale, specialmente nelle aree sottoservite. Questi risultati sottolineano la necessità per i decisori politici e gli urbanisti di dare priorità allo sviluppo di nuovi spazi verdi nelle aree marginalizzate. (30Science.com)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla
I parchi aumentano qualità di vita nelle comunità marginalizzate
(22 Agosto 2024)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla