Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Ottenuta una visione senza precedenti dello sbiancamento dei coralli

(2 Agosto 2024)

Roma – Grazie a speciali modelli 3D è stato possibile avere una visione senza precedenti della risposta dello sbiancamento dei coralli allo stress. E’ quanto emerge da uno studio pubblicato su PLoS ONE da ricercatori dello Scripps Institution of Oceanography presso l’UC San Diego e l’Arizona State University. Il team ha monitorato lo sbiancamento di 1.832 colonie di coralli dal 2014 al 2021. Il set di dati di sette anni ha fornito immagini dettagliate delle barriere coralline anno per anno, consentendo al team di identificare modelli di crescita e sopravvivenza dei coralli attraverso eventi di sbiancamento sequenziali verificatisi nel 2015 e nel 2019. I ricercatori hanno voluto distinguere due processi diversi: la selezione naturale, in cui sopravvivono solo i coralli più resistenti di una popolazione, e l’acclimatazione, in cui un singolo corallo diventa più tollerante al calore nel tempo. Mentre alcuni coralli si sono sbiancati e sono morti durante lo studio, i coralli sopravvissuti a entrambi gli eventi di sbiancamento hanno mostrato promettenti segnali di resilienza. Tra questi sopravvissuti, i ricercatori hanno trovato poche prove che lo sbiancamento abbia avuto un impatto sulla crescita dei coralli nel tempo. Questa scoperta inaspettata ha il potenziale per informare gli approcci alla conservazione e al ripristino delle barriere coralline. “Questo è uno dei primi studi a utilizzare questo tipo di serie temporali per esaminare più eventi di sbiancamento dei coralli e come si svolgono i processi di acclimatazione e selezione”, ha affermato l’autore principale Orion McCarthy, un neolaureato della Scripps Oceanography che ha condotto la ricerca come studente di dottorato. “Abbiamo scoperto che i coralli più vecchi, che hanno maggiori probabilità di essere sopravvissuti a più eventi di sbiancamento, potrebbero essere una buona fonte di piante per il ripristino dei coralli”. I ricercatori hanno attribuito all’innovativa tecnologia 3D il merito di aver consentito loro di rilevare segnali di acclimatazione e selezione che sarebbero stati difficili da tracciare e quantificare utilizzando i tradizionali sondaggi in acqua.(30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla