Lucrezia Parpaglioni

La pesca interrompe i flirt dei pesci

(7 Agosto 2024)

Roma – Le pratiche di pesca, che prendono di mira i siti di deposizione delle uova dei pesci, spaventano e allontano i maschi dai loro territori durante i brevi incontri di accoppiamento. Lo dice uno studio, condotto da scienziati dell’Università di Lancaster su esemplari di cernia dalla coda quadrata, pubblicato oggi su Biology Letters. La ricerca dimostra che l’impatto della pesca che prende di mira i siti di riproduzione della cernia dalla coda quadrata, ha un impatto sui maschi che fuggendo per mettersi al sicuro perdono tempo prezioso per attirare l’attenzione e corteggiare le femmine e causano diffusi cambiamenti comportamentali riproduttivi fra i maschi rimasti. Questi cambiamenti hanno un impatto sulla capacità di riprodursi. Se l’accoppiamento viene interrotto, nasce meno prole, con potenziali conseguenze a lungo termine per la sopravvivenza della popolazione. Le cernie dalla coda quadrata si riuniscono in siti di aggregazione riproduttiva molto specifici per alcuni giorni, solo una manciata di volte all’anno, durante la luna nuova e la luna piena tra dicembre e marzo. I maschi delle cernie arrivano nei siti di aggregazione qualche giorno prima del novilunio o del plenilunio e stabiliscono territori di accoppiamento per attirare le femmine, che normalmente difendono vigorosamente dai rivali. Le femmine arrivano un giorno prima della luna nuova e i pesci tentano di accoppiarsi e di deporre le uova in sincronia con i cicli lunari prima che le femmine se ne vadano. Questi raduni nei siti di deposizione delle uova possono essere le uniche opportunità di riproduzione per queste popolazioni. Tuttavia, le attività di pesca, in particolare la pesca subacquea e la pesca con lenze e ami, che prevedono l’immersione in apnea, hanno iniziato a prendere di mira e a sfruttare intensamente alcuni di questi raduni per garantire le catture mentre i pesci sono distratti. L’arcipelago indiano di Lakshadweep, situato a nord delle Maldive, ha limitato l’accesso per proteggere la cultura della popolazione e l’ecologia. Tuttavia, l’apertura di nuovi mercati della pesca ha visto un forte aumento della pesca in alcuni siti di riproduzione delle cernie intorno all’arcipelago negli ultimi cinque anni. La densità di aggregazione nel sito di pesca studiato è crollata del 70% in un decennio, con la pesca che prende di mira le cernie tutto l’anno. Gli scienziati marini che hanno condotto la ricerca avevano studiato alcuni di questi siti più di dieci anni fa e hanno notato per la prima volta un cambiamento nel comportamento dei pesci quando hanno cercato di replicare alcuni aspetti del loro studio precedente. “Abbiamo scoperto che nei siti di aggregazione non potevamo filmare o studiare i pesci con la stessa facilità del passato”, ha dichiarato Rucha Karkarey, dell’Università di Lancaster, autrice principale della ricerca. “Non potevamo avvicinarci a loro, che si allontanavano come se fossimo dei predatori”, ha continuato Karkarey. “Era evidente che c’era una differenza nel loro comportamento e ci siamo resi conto che la cosa principale che era cambiata nel decennio trascorso dal nostro precedente studio era l’inizio della pesca nel sito”, ha proseguito Karkarey. I ricercatori hanno confrontato il comportamento dei maschi di cernia dalla coda quadrata nei siti di riproduzione pescati e non pescati, oltre che con i dati raccolti dai loro precedenti studi sui siti di riproduzione. Poi, hanno analizzato le risposte di paura dei pesci, simulando una minaccia. I sommozzatori nuotavano orizzontalmente verso le cernie in riproduzione per vedere quanto potevano avvicinarsi a un pesce prima che fuggisse, nonché il tempo trascorso a difendere il territorio e a impegnarsi nel corteggiamento in assenza di una minaccia diretta. Sebbene i maschi che avevano già fatto coppia con le femmine nel sito di pesca corressero maggiori rischi, per il fatto di essere potenzialmente catturati dai pescatori, durante il corteggiamento, fuggendo più tardi e tornando prima, lo studio ha rilevato che i maschi nei siti di pesca avevano il doppio delle probabilità di fuggire e impiegavano due volte e mezzo in più per tornare ai territori rispetto ai pesci nei siti non pescati. Meno della metà dei maschi sono tornati nei loro territori nel sito pescato, mentre due terzi dei maschi non accoppiati nel sito non pescato sono tornati nei loro territori. Se da un lato fuggire presto può garantire la sopravvivenza degli individui, dall’altro fuggire troppo presto può significare perdere opportunità di accoppiamento. La cernia dalla coda quadrata è una specie longeva, che vive fino a 12 anni; quindi, i ricercatori ritengono che il cambiamento di comportamento possa derivare dal fatto che gli individui di pesce hanno subito gli effetti della pesca. “I nostri risultati suggeriscono che lo stress causato dalla pesca rende i pesci più nervosi e in guardia”, ha detto Karkarey. “A sua volta, questo riduce le opportunità per le cernie maschio di trovare una compagna e riprodursi, perché sono più vigili e compromettono la difesa del territorio fuggendo”, ha aggiunto Karkarey. “Ciò significa anche che i maschi accoppiati, che sono più in forma e riescono a riprodursi, sono quelli che vengono pescati, il che può avere conseguenze sulla fitness di questa popolazione in futuro”, ha sottolineato Karkarey. “Se un evento di aggregazione riproduttiva dura solo per un breve periodo di tempo, ogni ora è importante”, ha evidenziato Karkarey. I ricercatori hanno anche scoperto che i maschi di cernia nei siti di pesca spendevano molto meno tempo ed energia per difendere aggressivamente i territori dai rivali. I pesci nel sito di pesca hanno scambiato la difesa aggressiva del territorio con la fuga. I maschi hanno trascorso quasi dieci volte più tempo in comportamenti aggressivi nel sito non pescato rispetto alle loro controparti nel sito non pescato. I ricercatori ritengono che ciò possa essere dovuto a una serie di fattori, tra cui il fatto che le femmine diventano meno selettive in situazioni ad alto rischio, come in caso di pesca, o che i pesci più audaci vengano eliminati dalla popolazione perché catturati dai pescatori, anche se questo aspetto non è stato studiato. “La diminuzione dell’aggressività può avere implicazioni evolutive significative nelle aggregazioni di accoppiamento, in particolare attraverso un allentamento della selezione sessuale, che potrebbe avere implicazioni per la scelta dell’accoppiamento, la fitness della popolazione e la resilienza a lungo termine”, ha dichiarato Sally Keith, della Lancaster University, coautrice dello studio. “Questo studio è il primo del suo genere in queste isole atollo della barriera corallina e i risultati possono svolgere un ruolo importante nella gestione delle risorse ittiche in questo arcipelago”, ha concluso Idrees Babu, del Dipartimento di Scienze e Tecnologie dell’UT Lakshadweep. (30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.