Valentina Di Paola

Shakespeare nel linguaggio dei segni, visto attraverso l’Ia

(26 Agosto 2024)

Roma – Sviluppare un’applicazione per la traduzione automatica del linguaggio dei segni (SLMT) da utilizzare per una performance teatrale da sottoporre all’intelligenza artificiale. Questo il curioso obiettivo alla base di uno studio, pubblicato sul Journal of Science Communication, condotto dagli scienziati della School of Inclusive and Special Education presso la Dublin City University. Il team, guidato da Shaun O’Boyle e Elizabeth Mathews, ha collaborato con le comunità di riferimento per progettare una performance teatrale, vista attraverso gli occhi dell’intelligenza artificiale. “Storicamente – sostiene Davy Van Landuyt, Project Manager presso l’Unione Europea dei Sordi (EUD) – le persone con disabilità uditive sono state escluse dallo sviluppo di tecnologie di traduzione automatica. Questo ha causato reazioni negative e di resistenza da parte delle comunità di riferimento”. Nell’ambito del progetto SignON, i ricercatori hanno ideato un’innovativa metodologia di co-creazione. I ricercatori hanno cercato di individuare i passaggi nei testi di Shakespeare che avrebbero potuto essere selezionati per introdurre un’intelligenza artificiale nei testi della lingua dei segni irlandese. Il coinvolgimento dell’intelligenza artificiale, commentano gli autori, ha permesso un contatto maggiore con il pubblico e la raccolta delle opinioni dei partecipanti in merito alle nuove tecnologie. “Abbiamo coinvolto le comunità con disabilità uditive – riporta Van Landuyt – per capire quali fossero le loro esigenze. È stato molto divertente e istruttivo allo stesso tempo. Le performance teatrali dal vivo unite agli strumenti di intelligenza artificiale hanno invertito la prospettiva stereotipata tra persone sorde/ipoudenti e persone senza disabilità. Abbiamo unito lo spettacolo a una discussione con il pubblico”. L’evento, chiamato All the World’s a Screen, si è tenuto durante la Settimana della scienza di Dublino e consisteva in una rappresentazione teatrale basata sulle opere di William Shakespeare, eseguita nella lingua dei segni irlandese da due attori sordi, Lianne Quigley e Alvean Jones. Nel pubblico erano presenti persone con e senza disabilità uditive. Un interprete forniva le informazioni necessarie alle persone udenti per seguire la rappresentazione. “Abbiamo invertito una dinamica consueta – aggiunge O’Boyle – e abbiamo offerto agli spettatori la possibilità di accedere a strumenti per l’analisi in tempo reale dei movimenti degli artisti, il riconoscimento degli oggetti e la trascrizione in tempo reale della traduzione inglese. Le comunità sorde spesso non vengono prese in considerazione quando si lavora su queste tecnologie. La ricerca dovrebbe immedesimarsi meglio nei panni di chi dovrebbe poi usufruire del prodotto finale. In molti casi le comunità vengono invitate a collaborare allo sviluppo di proteggi solo dopo che l’idea è stata concepita e la ricerca è stata condotta. Noi abbiamo preferito procedere con un approccio più inclusivo”. “Non possiamo fermare l’evoluzione delle nuove tecnologie – conclude Van Landuyt – ma dobbiamo capire come gestirle. Ed è fondamentale che le persone con disabilità possano decidere da sole di cosa hanno bisogno”. (30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).