Valentina Di Paola

I cani cavapoo, cockerpoo e labradoodle sono sani come gli animali di razza pura

(28 Agosto 2024)

Roma – Le razze canine derivante dagli incroci di design con i barboncini, come i cavapoo, i cockerpoo e i labradoodle, potrebbero non essere più cagionevoli dei loro predecessori, come ipotizzato in precedenza. A suggerirlo uno studio, pubblicato sulla rivista Plos One, condotto dagli scienziati del Royal Veterinary College. Il team, guidato da Gina T. Bryson e Claire L. Brand, ha intervistato i proprietari di 9.402 cani appartenenti a incroci di razze popolari nate per motivi di design. I dati raccolti sono stati confrontati con quelli ottenuti grazie alla partecipazione di proprietari di animali appartenenti alle razze di partenza degli incroci considerati (Cavalier King Charles Spaniel, Cocker Spaniel, Labrador Retriever e Barboncino). Il gruppo di ricerca ha esaminato la prevalenza e il tasso di insorgenza di 57 disturbi comuni tra i cani. Stando a quanto emerge dall’indagine, l’86,6 per cento dei casi analizzati non sembrava mostrare differenze statisticamente significativi nelle probabilità di disturbi di salute tra meticci di design e razze di partenza. I risultati hanno evidenziato differenze limitate nello stato di salute complessivo delle due tipologie di animali. I proprietari di cani che non adottano razze come cavapoo, i cockerpoo e i labradoodle in virtù della speranza che le razze pure siano più resistenti dovrebbero considerare anche altri fattori prima di scegliere il proprio animale domestico, come il temperamento dell’esemplare, le condizioni di allevamento e la salute dei genitori. Questo lavoro, concludono gli autori, fornisce approfondimenti basati su prove scientifiche sulla salute delle razze di cani ibride di design, ultimamente sempre più popolari, sfidando le ipotesi diffuse sui loro maggiori rischi di salute. (30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).