Valentina Di Paola

Un parassita intestinale promuove la guarigione delle ferite

(23 Agosto 2024)

Roma – Una proteina prodotta da vermi parassiti presenti nell’intestino potrebbe migliorare la guarigione delle ferite, promuovendo la riparazione dei tessuti e riducendo il rischio della comparsa di cicatrici. Questo incoraggiante risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Life Science Alliance (LSA), condotto dagli scienziati della Rutgers University nel New Jersey. Il team, guidato da William C. Gause, ha utilizzato un modello murino per valutare l’efficacia e la tollerabilità della proteina TGM, estratta dal parassita Heligmosomoides polygyrus. Presente nell’intestino di topi e altri roditori. Le ferite della pelle, spiegano gli esperti, devono essere chiuse rapidamente per prevenire le infezioni, ma allo stesso tempo, una riparazione repentina delle lesioni può favorire la formazione di tessuto cicatriziale. I ricercatori hanno scoperto che applicazioni topiche quotidiane di TGM acceleravano la chiusura delle ferite cutanee nei topi. Allo stesso tempo, però, la proteina riduceva notevolmente la formazione di tessuto cicatriziale, migliorando al contempo la rigenerazione cutanea. Gli esemplari trattati con la proteina, riportano gli studiosi, erano in grado di formare nuovi follicoli piliferi all’interno della regione ferita della pelle, a differenza del gruppo di controllo, che invece sviluppava delle cicatrici visibili. Il gruppo di ricerca ha scoperto che la TGM funziona legandosi a una proteina di segnalazione, chiamata recettore TGF-b, che si trova sulla superficie di molti tipi di cellule nei topi e negli esseri umani, comprese le cellule immunitarie. Il trattamento con TGM sembra stimolare il reclutamento di cellule immunitarie note come macrofagi nelle ferite e le riprogramma per promuovere la rigenerazione dei tessuti. “Abbiamo sviluppato una nuova potenziale terapia per il trattamento delle ferite cutanee – conclude Gause – che favorisce la guarigione rigenerativa delle ferite rispetto alla fibrosi tissutale e alle cicatrici”. (30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).