Valentina Di Paola

Trovate microplastiche nel cervello, aumentano il rischio Alzheimer

(23 Agosto 2024)

Roma – L’esposizione alle microplastiche sembrerebbe correlata a un maggior rischio di sviluppare i sintomi legati alla malattia di Alzheimer. Questo allarmante risultato emerge da uno studio, pubblicato in pre-print sulla piattaforma Research Square, condotto dagli scienziati dell’Università del New Mexico. Il team, guidato da Matthew Campen e Alexander Nihart, ha esaminato un totale di 51 campioni di fegato, reni e cervello, raccolti in pazienti deceduti tra il 2016 e il 2024. Le microplastiche, spiegano gli esperti, si trovano ormai in ogni parte del mondo, persino nei luoghi più remoti della Terra, eppure i loro effetti sulla salute umana sono ancora piuttosto nebulosi. In questo lavoro, i ricercatori hanno confrontato le concentrazioni di microplastica riscontrate nei campioni dei pazienti in base alle malattie sviluppate in vita. Stando a quanto emerge dall’indagine, tutti i tessuti erano contaminati, i residui presenti nel cervello erano in quantitativi da sette a 30 volte più elevati rispetto a quanto osservato in fegato e reni. Allo stesso tempo, riportano gli studiosi, 12 persone con malattia di Alzheimer sono state associate a una presenza di microplastiche fino a 10 volte più elevata rispetto ai campioni prelevati da persone sane. Questi risultati, seppure preliminari, evidenziano la possibilità di una allarmante correlazione tra la neurodegenerazione e la contaminazione da microplastiche. Il lavoro, commentano gli autori, sottolinea l’importanza di proseguire le ricerche, dato che la prevalenza di Alzheimer è in aumento a livello globale e la quantità di plastica nel cervello è aumentata di oltre il 50 percento negli ultimi otto anni. “Nell’organo cerebrale – commenta Campen – abbiamo trovato quantitativi molto più elevati di microplastiche di quanto ci aspettassimo. La letteratura scientifica sta mostrando che le sostanze chimiche spesso presenti in questi inquinanti possono nuocere alla salute umana, compromettendo diversi processi cognitivi, influenzando negativamente cuore e polmoni. Dobbiamo urgentemente chiarire le conseguenze dell’esposizione alle microplastiche”. (30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).