Roma –– La produttività sul lavoro che una persona svolge da casa potrebbe dipendere dall’ambiente domestico. Lo rivela un nuovo studio condotto da Martijn Stroom, assieme ai colleghi dell’Università di Maastricht, nei Paesi Bassi, pubblicato sulla rivista ad accesso libero PLOS ONE. Secondo la ricerca, i dipendenti olandesi che lavoravano da casa tendevano a dichiarare livelli più elevati di produttività e meno burnout se erano più soddisfatti dell’organizzazione e della composizione del loro ‘ufficio domestico’. Lo studio ha anche messo in relazione una maggiore ventilazione dell’aria nell’ufficio domestico con una maggiore produttività auto-riferita. Negli ultimi anni, soprattutto per via della pandemia COVID-19 e i progressi tecnologici, lavorare da casa è diventato la “nuova normalità” per molti impiegati che altrimenti avrebbero lavorato in ufficio. I ricercatori stanno notando sempre di più i fattori che possono influenzare la soddisfazione lavorativa e la produttività dei dipendenti che lavorano da casa, come ad esempio il fatto che un particolare lavoro sia adatto al lavoro a distanza. Tuttavia, pochi studi hanno esaminato i potenziali legami tra produttività, soddisfazione lavorativa e ambiente dove viene svolto il lavoro da casa. Per colmare questa lacuna, Stroom e colleghi hanno intervistato 1.002 lavoratori a domicilio olandesi sulle varie caratteristiche del loro ‘ufficio’, sulla produttività, sulla soddisfazione lavorativa e su misure correlate. Gli scienziati hanno applicato strumenti statistici, noti come regressioni logistiche e modelli di equazione strutturale, per identificare i legami tra i vari fattori. Dall’analisi è emerso che i lavoratori con livelli più elevati di soddisfazione per l’organizzazione del proprio ufficio, compresi sia i fattori ambientali come la temperatura e il rumore, sia gli elementi hardware come le sedie da ufficio e gli schermi, tendevano ad avere una maggiore produttività auto-riferita e una minore propensione al burnout professionale. I ricercatori hanno anche scoperto che un livello più elevato di ventilazione dell’aria nell’ufficio domestico durante la giornata lavorativa era statisticamente collegato a una maggiore produttività, a un’elevata disponibilità a continuare a lavorare da casa in futuro e a una minore propensione al burnout. Questo risultato è in linea con le ricerche precedenti che collegano la qualità dell’aria alla produttività sul posto di lavoro. Sulla base dei risultati ottenuti, i ricercatori suggeriscono che gli investimenti nell’hardware e nei fattori ambientali della casa-ufficio, supportati da misurazioni oggettive del clima interno, potrebbero contribuire a garantire il futuro successo delle politiche di lavoro da casa. Nel frattempo, ulteriori ricerche potrebbero aiutare a chiarire eventuali relazioni causali tra i fattori esplorati in questo studio. “Il clima fisico della casa-ufficio gioca un ruolo chiave nella produttività del lavoro da casa”, hanno aggiunto i ricercatori. “È probabile che uffici diversi portino a una differente disponibilità a lavorare da casa e successo durante lo smart working”, hanno concluso gli autori.(30Science.com)
Lucrezia Parpaglioni
La produttività di una persona in smart working dipende dall’ambiente domestico
(8 Agosto 2024)
Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.