Valentina Arcovio

L’inquinamento acustico può influenzare il rischio cardiovascolare

(27 Agosto 2024)

Roma – L’esposizione all’inquinamento acustico urbano potrebbe avere un impatto sulla previsione del rischio cardiovascolare e sulla prognosi a seguito di un infarto. Questo allarmante risultato emerge da una coppia di studi, presentati al Congresso 2024 dell’European Society of Cardiology (ESC), condotti dagli scienziati dell’Università della Borgogna e dell’Ospedale di Digione, in Francia. Il primo team, guidato da Marianne Zeller, ha lavorato nell’ambito del progetto DECIBEL-MI, che ha coinvolto partecipanti di età pari o inferiore a 50 anni che avevano subito un infarto del miocardio. Nello specifico, gli autori hanno coinvolto 430 persone residenti a Brema, in Germania, che erano state ricoverate in un centro cardiologico locale a seguito di infarto miocardico acuto. L’analisi ha rivelato che i livelli di esposizione al rumore residenziale erano più elevati per questi individui rispetto alla popolazione generale. Gli scienziati hanno quindi dedotto che i modelli tradizionali di valutazione del rischio potrebbero sottostimare la probabilità di eventi cardiovascolari nei giovani che non presentano problematiche tradizionalmente considerate pericolose. Il secondo gruppo di ricerca ha condotto lo studio ENVI-MI, in Francia, valutando l’impatto dell’esposizione al rumore ambientale sulla prognosi dopo un primo infarto miocardico. “Abbiamo riscontrato – spiega Zeller – una forte associazione tra esposizione al rumore urbano, specialmente se notturno, e una prognosi peggiore a distanza di un anno dall’evento cardiovascolare”. In questa indagine, gli autori hanno raccolto le informazioni del database dell’osservatorio francese (RICO) per 864 pazienti ricoverati nell’Ospedale di Digione a seguito di infarto miocardico. Sono state considerate le cartelle dei pazienti sopravvissuti almeno 28 giorni dall’evento. Nel follow-up a distanza di un anno, il 19 per cento della coorte presentava problemi cardiovascolari maggiori (MACE), come decesso, insufficienza cardiaca, infarto miocardico ricorrente, ictus e angina. I livelli di esposizione giornaliera al rumore misurati presso l’indirizzo di casa di ciascun paziente sono stati considerati moderati e rappresentativi di una larga parte della popolazione europea. Gli esperti hanno evidenziato un aumento del 25 per cento del rischio di MACE per ogni incremento di 10 decibel di rumore notturno, indipendentemente da altri fattori potenzialmente influenzanti, come l’inquinamento atmosferico o i fattori socioeconomici. I lavori evidenziano che l’inquinamento acustico urbano può avere un impatto negativo significativo sulla salute del cuore. “Questi studi – conclude Zeller – forniscono alcune delle prime intuizioni sul fatto che l’esposizione al rumore può influenzare la prognosi. Se confermata da studi prospettici più ampi, la nostra analisi potrebbe aiutare a identificare nuove opportunità per strategie di prevenzione secondaria basate sull’ambiente, tra cui barriere antirumore per pazienti caratterizzati da rischio maggiore di infarto miocardico”. (30Science.com)

Valentina Arcovio