Valentina Arcovio

I pesticidi non si fermano alla buccia, rischi per la salute

(7 Agosto 2024)

Roma – La contaminazione dei pesticidi a bassi livelli potrebbe penetrare oltre la buccia della frutta. Questo allarmante risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista dell’‘American Chemical Society Nano Letters, condotto dagli scienziati della Anhui Agricultural University, in Cina. Il team, guidato da Dongdong Ye, Ke Zheng e Shaobo Han, ha sviluppato un metodo analitico di imaging ad alta tecnologia per rilevare i livelli di contaminazione da sostanze chimiche. Pesticidi ed erbicidi, spiegano gli esperti, sono essenziali per garantire la sicurezza alimentare, ma allo stesso tempo possono rappresentare un rischio per la salute delle persone che le ingeriscono inconsapevolmente. I ricercatori hanno utilizzato la spettroscopia Raman con superficie migliorata (SERS) per valutare il rischio di contaminazione da sostanze chimiche in diversi prodotti agricoli. Questo approccio, continuano gli scienziati, permette di amplificare i segnali generati dalle molecole che vengono esposte a uno specifico raggio laser attraverso i modelli creati dalla luce diffusa con metallo. In tal modo si ottengono delle firme molecolari che possono essere utilizzate per identificare piccole quantità di composti specifici. Cercando di migliorare la sensibilità della SERS, il gruppo di ricerca ha progettato una membrana rivestita di metallo che potevano adagiare sui prodotti agricoli, utilizzando un materiale abbastanza versatile da adattarsi anche a una serie di applicazioni alternative. Gli autori hanno quindi sviluppato una pellicola di idrogel di cellulosa, allungata per formare pieghe nanometriche allineate lungo la sua superficie, e immersa in una soluzione di nitrato d’argento. Le scanalature sono state quindi ricoperte da nanoparticelle d’argento, che hanno incrementato la sensibilità della tecnologia. La membrana risultante era altamente flessibile e praticamente trasparente alla luce visibile. Successivamente, il team ha spruzzato diverse tipologie di pesticidi su una coltivazione di mele. I frutti sono stati poi raccolti, lavati, imitando le pratiche quotidiane, e analizzate. Quando hanno steso la loro membrana sulle mele, la tecnologia SERS ha rilevato concentrazioni significative, anche se limitate, di sostanze chimiche. I pesticidi sono emersi sia sulla buccia che nello strato più esterno della polpa. Il sistema è stato utilizzato per valutare la presenza di pesticidi in mele, cetrioli, gamberetti, peperoncino e riso. Questi risultati, commentano gli autori, suggeriscono che il solo lavaggio potrebbe essere insufficiente per prevenire l’ingestione di pesticidi e che sarebbe necessario sbucciare la frutta per rimuovere le tracce di sostanze chimiche nella buccia e nella polpa esterna. (30Science.com)

Valentina Arcovio