Roma – La California deve adottare misure urgenti e coraggiose per adattare il suo settore agricolo da 59 miliardi di dollari ai cambiamenti climatici, in un momento in cui la quantità di acqua disponibile per le colture sta diminuendo. E’ quanto emerge da un rapporto firmato da studiosi dell’ Università della California (UC). Pubblicato nei Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), il rapporto fornisce una tabella di marcia per più sistemi di cattura, stoccaggio e distribuzione dell’acqua che siano in armonia con le proiezioni climatiche e gli ecosistemi. Considera inoltre come il deflusso e le acque sotterranee possano essere utilizzati ripetutamente “La disponibilità di acqua per il consumo sta diminuendo a causa del cambiamento climatico, in parte a causa dell’aumento dell’evaporazione e della traspirazione, ma anche perché non abbiamo un sistema predisposto per catturare e utilizzare i flussi più grandi e variabili che sono ormai la norma”, ha affermato Kurt Schwabe, professore di politiche pubbliche presso l’UC Riverside e coautore del rapporto. Per contribuire a ridurre l’impatto complessivo del cambiamento climatico sull’agricoltura e sulla società, gli autori del rapporto immaginano un sistema più agile e reattivo, in grado di catturare e immagazzinare l’acqua delle grandi tempeste prima che raggiunga il mare, per prevenire le inondazioni e far crescere le colture durante i mesi caldi e secchi dell’estate. Per farlo, la California deve aumentare la sua capacità di stoccaggio dell’acqua, ma ciò non richiede necessariamente la costruzione di più dighe e bacini idrici, ha affermato Schwabe. Una grande capacità di stoccaggio esiste ora nelle falde acquifere impoverite dello stato sotto la Central Valley e le pianure costiere. “È davvero una grande vittoria”, ha detto Schwabe. “Possiamo iniziare a prendere più di quei flussi di piena e di traboccamenti inaspettati e a metterli in queste falde acquifere sotterranee. Abbiamo un sacco di capacità lì e non si soffre dei tassi di evaporazione che si hanno con i bacini di superficie”. Catturare i flussi comporterebbe la deviazione dei torrenti da forti piogge e da accelerati scioglimenti delle nevi verso campi agricoli dove le inondazioni controllate non causerebbero danni, e l’acqua si infiltrerebbe fino alle falde acquifere. Gli agricoltori avrebbero quindi più acqua di falda per superare periodi più secchi, ripristinando al contempo gli habitat della fauna selvatica. Gli agricoltori dovrebbero anche adattarsi a nuove varietà di colture, in modo da avere maggiore flessibilità per gestire diverse situazioni idriche. Cambiare le colture, a differenza del cambiare i sistemi di irrigazione, è una pratica che può portare a una riduzione complessiva dell’uso di acqua. “È ovviamente una decisione economica che riguarda i coltivatori”, ha concluso Schwabe.(30Science.com)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla
California, scienziati presentano una roadmap per rendere green l’agricoltura
(30 Luglio 2024)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla