Roma – Sostituire il cibo indigeno nella regione di insediamento Inuvialuit dell’Artico canadese con cibo importato aumenterebbe le emissioni di CO2 e costerebbe più di 3 milioni di dollari canadesi all’anno, suggerisce uno studio pubblicato su PNAS a firma di ricercatori guidati dal Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology. La condivisione del cibo raccolto tramite cattura, caccia e pesca è fondamentale per le comunità indigene nell’Artico canadese. Tuttavia, il carburante utilizzato per la raccolta del cibo sta aumentando di costo a causa della tassazione del carbonio. Gli autori del nuovo studio hanno tentato di determinare il valore di sostituzione e l’impronta di carbonio degli alimenti importati che sarebbero necessari per sostituire gli alimenti indigeni raccolti localmente nella regione di insediamento Inuvialuit del Canada. Gli autori hanno analizzato la situazione per sei comunità Inuit nel 2018 e hanno confrontato i cibi raccolti con il costo e l’impronta di carbonio di alimenti di mercato comparabili. L’analisi ha rivelato che le comunità hanno prodotto 122 tonnellate metriche di cibo con un valore di sostituzione di mercato di 3,18 milioni di dollari canadesi. Produrre e spedire una quantità equivalente di carne allevata commercialmente comporterebbe più di 1.000 tonnellate metriche di emissioni di carbonio, rispetto alle 315-497 tonnellate metriche emesse dal carburante utilizzato nell’attuale raccolto locale. I risultati evidenziano l’importanza di garantire che le politiche eque legate alla mitigazione del cambiamento climatico siano modellate in ragione di fattori locali, come la cultura e l’ambiente.(30Science.com)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla
Artico, pericolo ambientale se cibo indigeno sostituito con cibo importato
(29 Luglio 2024)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla