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Scoperto in Antartide un nuovo crostaceo: un alleato per monitorare i cambiamenti globali

(24 Luglio 2024)

Roma – Un gruppo internazionale di ricercatori coordinato dall’Università degli Studi di Trieste ha scoperto una nuova specie di gamberetto antartico – la Orchomenella rinamontiae –, un crostaceo appartenente all’ordine degli anfipodi, individuato in prossimità della Stazione Antartica Italiana Mario Zucchelli da Piero Giulianini, zoologo e professore presso il dipartimento di scienze della vita dell’Università degli studi di Trieste, durante la XXXIII spedizione antartica italiana nella Baia di Terra Nova.

L’evento apre nuove strade per la ricerca e rappresenta un significativo passo avanti per una comprensione più approfondita della vita e della biodiversità marina nelle regioni più remote e inospitali del pianeta: la conoscenza delle comunità marine antartiche e delle specie che le compongono, infatti, è di fondamentale importanza per monitorare, attraverso i mutamenti che le vedono coinvolte, i cambiamenti globali dovuti alle attività umane.

“Lo scopo iniziale della ricerca era quello di verificare le risposte di una specie di gamberetto antartico al riscaldamento dei mari. Tuttavia, dalle analisi morfologiche e genetiche è emerso che alcuni dei campioni appartenevano a una specie mai descritta prima” spiega Piero Giulianini, zoologo e docente presso il dipartimento di scienze della vita dell’Università degli Studi di Trieste. “La nuova specie appartiene ad un gruppo dominante ed endemico nelle acque antartiche, gamberetti spazzini che svolgono un ruolo chiave nelle comunità marine, consumando e disperdendo cibo di tutte le dimensioni. Come fosse una cartina al tornasole, il monitoraggio dell’abbondanza e della diversità di questi gamberetti permetterà di capire gli impatti antropici in atto su questi delicati ecosistemi: l’impatto causato dall’uomo sull’ambiente, infatti, influisce negativamente sulle comunità marine, ostacolandone diversità e complessità.Non solo, nei nostri laboratori condurremo analisi per studiare come la nuova specie individuata risponda al riscaldamento degli oceani” conclude il professore.

Per l’analisi morfologica i ricercatori si sono avvalsi di una tecnica innovativa e avanzata di imaging, la microtomografia a raggi X, che ha permesso di ottenere immagini tridimensionali ad alta risoluzione della nuova specie, offrendo il vantaggio di esaminare digitalmente il campione senza introdurre artefatti e distorsioni dovuti alla manipolazione.

La scoperta non solo arricchisce il catalogo delle specie marine antartiche, ma sottolinea anche l’importanza di combinare analisi fisiche e genetiche per la classificazione delle specie, attraverso strumenti tecnologicamente avanzati come la microtomografia, che potrebbe rivoluzionare il modo in cui si studiano e classificano i campioni biologici. Con il continuo miglioramento della risoluzione delle immagini e la riduzione dei costi delle attrezzature, la microtomografia potrebbe presto diventare una tecnica standard nelle ricerche sulla biodiversità, accelerando notevolmente il processo di scoperta, descrizione e classificazione delle specie.

Il nome scelto per descrivere il nuovo gamberetto, Orchomenella rinamontiae, è un omaggio del gruppo di ricerca alla zoologa Rina Monti, che nel 1907 divenne la prima donna italiana a ottenere una cattedra all’Università di Sassari, e celebra il suo contributo pionieristico alla zoologia in ambito accademico.

Lo studio ha visto la partecipazione dei gruppi di ricerca di zoologia applicata e di genomica applicata dell’Università degli Studi di Trieste (Piero Giulianini, Samuele Greco, Elisa D’Agostino, Marco Gerdol, Alberto Pallavicini, Chiara Manfrin) con il contributo di due esperti nel campo della classificazione dei gamberetti antartici: Claude de Broyer del Royal Belgian Institute of Natural Sciences e Ed Hendrycks del Canadian Museum of Nature. Un fisico e una zoologa dell’Università della Calabria (Sandro Donato e Anita Giglio) hanno partecipato all’analisi dei dati della microtomografia a raggi X eseguita al Sincrotrone Elettra di Trieste.(30Science.com)

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