Valentina Di Paola

I piccoli mammiferi primitivi potrebbero essere cresciuti più lentamente

(24 Luglio 2024)

Roma –  Lo sviluppo dei piccoli mammiferi primitivi potrebbe essere stato più lento rispetto agli esemplari moderni di massa simile. A questa conclusione giunge uno studio, pubblicato sulla rivista Nature, condotto dagli scienziati del National Museums Scotland. Il team, guidato da Elsa Panciroli, ha analizzato i resti scheletrici fossilizzati di una creatura delle dimensioni di un topo rinvenuta in Scozia, risalente a circa 166 milioni di anni fa. L’analisi suggerisce che durante il Giurassico medio lo sviluppo dei mammiferi potrebbe aver subito un’importante alterazione. Attualmente, i mammiferi moderni crescono rapidamente durante l’infanzia, per poi rallentare in età adulta. In generale, gli esemplari con una massa corporea più contenuta si sviluppano rapidamente, maturano prima, vivono meno a lunga e si riproducono con cucciolate più numerose rispetto agli animali più grandi. Al contrario, I mammiferi preistorici erano più piccoli, ma più longevi. La carenza di testimonianze fossili di esemplari giovani, però, ha reso complicato comprendere e ricostruire le differenze tra gli step dello sviluppo dei mammiferi odierni rispetto a qualche milione di anni fa. I ricercatori hanno analizzato scheletri di docodonti, o Krusatodon kirtlingtonensis, di varie età, rinvenuti sull’isola di Skye, in Scozia. Per indagare le storie di vita degli esemplari, gli autori hanno analizzato gli incrementi di crescita all’interno dei denti. L’adulto aveva circa sette anni, mentre il più piccolo aveva dai sette ai 24 mesi al momento del decesso. Gli scienziati sostengono che il Krusatodon adulto pesasse tra 58 e 158 grammi, mentre il più piccolo avesse tra il 51 e il 59 per cento della massa corporea dell’adulto. Infine, gli studiosi hanno scoperto che lo sviluppo dell’esemplare adulto era dilatato, e si estendeva in un periodo più lungo rispetto a quanto avviene ai mammiferi attuali con una massa corporea simile. Questo lavoro, concludono gli autori, offre interessanti spunti di riflessione sull’evoluzione dello sviluppo dei mammiferi.(30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).