Lucrezia Parpaglioni

Una foglia di lattuga può alleviare i sintomi della puntura di ortica

(30 Luglio 2024)

Roma – Strofinare una foglia di lattuga su una puntura di ortica per alleviare il fastidio associato può essere altrettanto efficace dell’utilizzare l’antico rimedio popolare di una foglia di molo. Lo rivela uno studio condotto da una squadra internazionale di ricercatori, tra cui vi è  Rajendra Raman, del Victoria Hospital, in Scozia, pubblicato online su Emergency Medicine Journal. “Potrebbe essere semplicemente l’effetto rinfrescante e lenitivo della linfa che evapora da una foglia schiacciata a portare sollievo, e non fare nulla potrebbe funzionare altrettanto bene”, hanno dichiarato i ricercatori. Le ortiche sono una pianta autoctona comune nelle isole britanniche. I loro steli e le loro foglie sono ricoperti di peli urticanti, o tricomi, con una punta fragile che si stacca quando viene toccata, rilasciando un piccolo getto di sostanze chimiche quali istamina, acetilcolina e serotonina, nella pelle. “Strofinare una foglia di molo sulla zona interessata per alleviare il disagio che ne deriva è un rimedio popolare antico e ben noto, citato per la prima volta 600 anni fa da Geoffrey Chaucer in Troilus and Criseyde”, hanno dichiarato i ricercatori. “Questo rimedio – hanno affermato gli scienziati – potrebbe aver avuto origine dall’effetto rinfrescante e lenitivo della linfa che evapora da una foglia schiacciata”. “Se così fosse, qualsiasi foglia grande, fresca e non tossica potrebbe fare al caso nostro, e il molo potrebbe essere diventato la foglia preferita semplicemente perché cresce in habitat simili a quelli dell’ortica”, hanno aggiunto gli autori. Per scoprire se il rimedio ha un fondamento scientifico, i ricercatori hanno condotto il Nettle-induced Urticaria Treatment Study,NUTS, uno studio randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo attivo, che ha coinvolto 9 medici sani del pronto soccorso. Poiché il trattamento fittizio doveva imitare l’effetto fisiologico della foglia di ortica, avere dimensioni, forma e consistenza simili, ma non contenere proprietà antinfiammatorie o tossiche, è stata scelta una lattuga dolce. I partecipanti hanno spazzolato per 10 volte l’interno di un’area delimitata di entrambi gli avambracci con due gambi di ortica appena raccolti. Sono stati poi bendati. Dopo 60 secondi, per simulare il tempo che potrebbe essere necessario per trovare una foglia di molo nella vita reale, i partecipanti hanno tirato un dado. Se è stato tirato un numero dispari, per 60 secondi sono state strofinate 2 foglie di molo sull’area del braccio destro e 2 foglie di lattuga sul sinistro per 60 secondi. Per i numeri pari veniva applicato l’inverso. Dopo ogni applicazione è stato chiesto ai partecipanti quale braccio fosse stato trattato con il molo e quale con la lattuga. Inoltre, è stato valutato il disagio provato in ciascun braccio dopo 1-5, 10, 15 e 20 minuti su una scala da 0 che indicava nessun disagio, a 5, che era il massimo disagio possibile da una puntura di ortica. Il termine “fastidio” comprendeva le varie sensazioni provocate dalle punture di ortica, tra cui bruciore, prurito e formicolio.  Il punteggio è stato monitorato fino alla risoluzione dei sintomi e denominato punteggio ITCH, ovvero Insult to Complete Healing. È stato inoltre registrato il numero totale di focolai discreti visibili all’interno dell’area delimitata a 5, 10, 15 e 20 minuti dalla puntura, che è stato indicato come punteggio dell’orticaria osservabile, OUCH. I partecipanti hanno fotografato il proprio avambraccio in questi momenti e i punteggi OUCH sono stati successivamente contati da un osservatore ignaro del braccio trattato per determinare il picco di OUCH e il tempo al picco di OUCH. I risultati hanno mostrato che 3 partecipanti hanno indicato correttamente quale braccio era stato trattato con il molo, 3 hanno sbagliato e 3 non sono stati in grado di dire quale trattamento fosse stato applicato. La riduzione media assoluta del punteggio ITCH a 5 minuti è stata di 3 punti per il molo contro 2 punti per la lattuga: una differenza di appena 1 punto, non statisticamente significativa. Inoltre, mentre il punteggio ITCH è diminuito in modo statisticamente significativo nel tempo per entrambi gli interventi, non c’è stata alcuna differenza significativa tra il molo e la lattuga. Il punteggio medio del picco di OUCH è stato di 27 per il trattamento con il molo e di 20 per quello con la lattuga, mentre il tempo medio al picco di OUCH è stato di 5 minuti per entrambi, nessuno dei quali è risultato statisticamente significativo. Secondo i ricercatori, il disagio osservato per le punture di ortica si è attenuato rapidamente nell’arco di 15-20 minuti con l’applicazione di foglie di molo e di lattuga. Ma, l’effetto non era significativamente diverso tra i due interventi. “È possibile che lo stesso sollievo si sarebbe verificato senza alcun trattamento, e il nostro disegno di studio non ci permette di concludere che il molo o la lattuga siano migliori del semplice non fare nulla”, hanno ammesso gli autori. “E, per i bambini questa probabilmente non è un’opzione”, hanno suggerito i ricercatori. “Il lavoro di coinvolgimento del paziente svolto in altri studi suggerisce che i bambini, in particolare, non considerano l’inattività un’opzione accettabile quando provano dolore, e riteniamo che questo possa essere applicabile alle punture di ortica”, hanno sottolineato gli scienziati. La squadra di ricerca ha riconosciuto che la dimensione ridotta del campione dello studio impedisce di trarre conclusioni definitive. “Tuttavia – hanno concluso gli autori la foglia di molo può funzionare per le punture di ortica, ma la lattuga può essere altrettanto utile e, il sollievo arriva rapidamente in entrambi i casi”.(30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.