Valentina Di Paola

Un test più veloce per la sepsi

(24 Luglio 2024)

Roma – Un nuovo metodo per identificare i patogeni coinvolti nei casi di sepsi potrebbe contribuire a selezionare tempestivamente i farmaci più adatti per i vari pazienti. A compiere un significativo passo in questa direzione uno studio, pubblicato sulla rivista Nature, condotto dagli scienziati della Seoul National University. Il team, guidato da Sunghoon Kwon, ha ideato un test più preciso e rapido per la sepsi, che ha il potenziale di migliorare notevolmente la prognosi per i pazienti. La sepsi, spiegano i pazienti, è una risposta immunitaria disregolata causata da un’infezione, nonché una delle principali cause di morte a livello globale. Con un test di sensibilità antimicrobica, continuano gli studiosi, è possibile sviluppare un trattamento specifico che richiede circa due o tre giorni a causa della necessità di un campione di emocoltura e un ampio spettro di antibiotici. Nell’ambito del lavoro, il gruppo di ricerca ha presentato un metodo di test di sensibilità antimicrobica ultrarapido, che non richiede il processo di coltura. Un peptide sintetico viene utilizzato per recuperare un’ampia gamma di patogeni direttamente dal sangue, che vengono quindi identificati e testati per la sensibilità ai farmaci. Gli autori dimostrano che questo approccio ha il potenziale per ridurre il tempo di risposta del test di oltre 40-60 ore rispetto ai metodi commerciali esistenti. Il test è stato inoltre convalidato in un contesto clinico: gli esperti hanno arruolato 190 pazienti con sospette infezioni, a cui è stato sottoposto il nuovo test. Il metodo ha raggiunto un tasso di corrispondenza del 100 per cento nell’identificazione delle specie infettive. In un’analisi retrospettiva di sei casi positivi, il tempo medio di risposta dell’esame è stato di circa 13 ore. Gli autori concludono che sarà necessaria un’ulteriore convalida clinica in una coorte eterogenea per verificare i risultati, ma questo lavoro offre una prospettiva interessante per ridurre il tempo necessario per diagnosticare la sepsi e la quantità di antibiotici che vengono somministrati per il trattamento ad ampio spettro. (30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).