Roma – Il Toxoplasma gondii, un parassita comune presente in molte specie animali, potrebbe essere ingegnerizzato per fornire proteine terapeutiche ai neuroni ospiti attraverso la barriera ematoencefalica. A presentare questo promettente approccio gli scienziati del Massachusetts Institute of Technology, che hanno pubblicato un articolo sulla rivista Nature Microbiology per rendere noti i risultati del proprio lavoro. Il team, guidato da Shahar Bracha, ha ideato una nuova strategia per utilizzare due organelli secretori, delle strutture specializzate all’interno di una cellula, per rendere i parassiti in grado di trasportare proteine specifiche. Questi risultati, commentano gli autori, potrebbero portare allo sviluppo di terapie alternative per la somministrazione di proteine terapeutiche. Le proteine, spiegano gli esperti, possono essere utili per analizzare i processi biologici, ma non è semplice fare in modo di distribuirle alle cellule e ai tessuti bersaglio per via delle loro grandi dimensioni, delle interazioni con il sistema immunitario e della difficoltà di aggirare alcune barriere all’interno dell’organismo. Il T. gondii è un parassita che viaggia naturalmente dall’intestino umano al sistema nervoso centrale, ed è stato dimostrato che può trasportare proteine. Nell’ambito del lavoro, il gruppo di ricerca ha utilizzato i roptries e i granuli densi, due organelli secretori, per trasportare proteine specifiche. Dopo aver selezionato delle proteine all’interno dei due organelli, i ricercatori le hanno trasformate in amminoacidi noti per curare condizioni neurologiche umane. Ad esempio, è stato dimostrato che la proteina MeCP2, usata per trattare la sindrome di Rett (un raro disturbo neurologico che ha un impatto sullo sviluppo del cervello) potrebbe essere somministrata ai neuroni, legare il DNA bersaglio e alterare l’espressione genica dell’ospite nelle cellule e negli organoidi neuronali e cerebrali. Utilizzando un modello murino, gli studiosi hanno somministrato T. gondii ingegnerizzato con MeCP2, che ha trasportato efficacemente le proteine. Non sono state rilevate infezioni significative. Saranno necessari ulteriori approfondimenti per comprendere i potenziali limiti di questo approccio, concludono gli scienziati, nonché la sua efficacia e la sua sicurezza.(30Science.com)
Valentina Di Paola
Un parassita ingegnerizzato potrebbe fornire proteine terapeutiche (29 luglio)
(29 Luglio 2024)
Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).